UniCredit contro bitcoin

Recentemente l’istituto bancario UniCredit, il più grande d’Italia, ha pubblicato un tweet sul suo profilo ufficiale in cui afferma che sta vietando ai suoi titolari di conti di interagire con controparti che emettono valute virtuali o fungono da piattaforme di scambio.

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a cura di Alessandro Crea

UniCredit, il più grande gruppo bancario italiano, non ha mai tollerato i trasferimenti da e verso gli exchange crittografici, ma un recente tweet ha scatenato una vera e propria protesta da parte della crypto community italiana: “Ciao, le attuali policy di Gruppo vietano relazioni con controparti emittenti valute virtuali o che agiscono da piattaforme di scambio”. Il tweet di UniCredit è stato pubblicato come commento a un paio di altri tweet che hanno sollevato la questione in risposta a un sondaggio pubblicato da The Crypto Gateway.

Il sondaggio non aveva nulla a che fare con le banche in generale o UniCredit in particolare, ma la banca è stata direttamente chiamata in causa da un commentatore che ha pubblicato uno screenshot di una conversazione in chat con il servizio clienti di Unicredit in cui la banca minacciava di chiudere l'account di un utente che lo stava utilizzando per effettuare transazioni con scambi crittografici.

Tra i tanti commenti seguiti uno dei più interessanti è stato quello di Stefano Capaccioli, uno dei massimi esperti italiani di regolamentazione delle criptovalute, che ha affermato di non aver trovato alcun riferimento al divieto di integrare conti con scambi crittografici nelle politiche ufficiali della banca e sottolinea che le banche generalmente non vietano ai loro titolari di conti di utilizzare i loro soldi per attività legittime, come gli scambi crittografici.

Capaccioli ha quindi ipotizzato che il tweet sia stato un errore del social media manager della banca, o che la banca abbia politiche discriminatorie che vietano le relazioni con attività legittime senza una ragione apparentemente plausibile. Tuttavia, alcuni commentatori hanno anche sottolineato che ci sono altre banche che sembrano comportarsi allo stesso modo, quindi il problema potrebbe essere molto più diffuso di quanto potrebbe sembrare da questa discussione sul comportamento di Unicredit.