Vatican.xxx non sarà porno, niente beffe per la Santa Sede

Il dominio vatican.xxx non è libero, ma il Vaticano non l'ha comprato. A evitare la pubblicazione di contenuti per soli adulti su un dominio associato alla Santa Sede ci ha pensato l'ICM Registry.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Il giallo attorno al dominio vatican.xxx è tutto fumo e niente arrosto. Sua Santità non ha comprato il dominio con il suffisso che identifica i siti di intrattenimento per adulti, e nessuno pubblicherà contenuti sconci facendo credere che abbiano ricevuto la benedizione papale. A far sparire dalla circolazione vatican.xxx ci ha pensato l'ICM Registry, prima ancora che i nuovi domini fossero messi in vendita.

Il dominio vatican.xxx non è stato registrato dal Vaticano

A fare chiarezza ci ha pensato padre Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede, che ha spiegato a Radio Vaticana che "il dominio in questione non è stato acquistato dalla Santa Sede o da organismi che facciano capo ad essa". Anche se si potrebbero fare battute irriverenti su questa eventualità, a pensarci bene non sarebbe stata un'idea peccaminosa quella di comprare vatican.xxx, quanto più una scelta intelligente.

Per difendere la propria immagine moltissime aziende stanno investendo nell'acquisto di domini XXX per evitare che qualcuno li compri al loro posto e ne facciano un uso lesivo per il marchio, alla politica o alla morale. Ovviamente una volta acquistati, i domini in questione verranno messi sotto naftalina e tenuti inattivi vita natural durante.

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La verità è che il Vaticano non ha avuto bisogno di scomodarsi: fra le funzioni dell'ICM Registry c'è quella di bloccare i nomi potenzialmente controversi. Prima che fosse aperta la vendita dei domini, l'ente internazionale si era già appropriato di tutti i nomi degli Stati. Il Vaticano è uno Stato e quindi rientra nel rastrellamento alla fonte.

E anche se qualcuno si fosse dimenticato che la sede papale è uno stato legittimo, l'immagine del Papa ne sarebbe uscita comunque immacolata, perché la normativa concede ai governi la possibilità di bloccare gratuitamente i nomi di dominio con significato religioso. Insomma, per una volta gli strumenti di noi comuni mortali hanno messo una pezza alle mancanze divine!