Video online con protezioni DRM anche su browser

Google, Microsoft e Netflix hanno acceso il dibattito sull'introduzione del DRM in ambito HTML 5. Mozilla si dice perplessa per la fattibilità in ambito open source. Qualcuno invece ha sollevato il tema etico. In ogni caso l'industria cinematografica ha bisogno di un sistema di protezione.

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a cura di Dario D'Elia

I video su HTML 5 domani potrebbero essere dotati di DRM, ovvero un sistema di protezione che ne blocchi la copia digitale o comunque consenta la tracciabilità e l'identificazione. La proposta è giunta direttamente da Google, Microsoft e Netflix, che stanno cercando di convincere le major cinematografiche e i detentori di copyright a concedersi sempre di più al Web. Il progetto di Encrypted Media Extensions, attualmente in discussione sulla W3C HTML mailing list, parla espressamente della possibilità di riprodurre contenuti protetti sul browser.

Ovviamente l'argomento è delicatissimo e le implicazioni, nonché i rischi, a dir poco enormi. La prima questione riguarda la sicurezza: davvero i content provider potrebbero godere di sufficiente protezione? La sensazione è che il giorno dopo l'eventuale introduzione del DRM potrebbe essere già disponibile un plugin dei "miracoli" capace di craccare ogni video - o almeno così la storia insegna. 

DRM e Orwell? Esagerati

Il secondo elemento di criticità è legato alla compatibilità del DRM con lo spirito e la tecnologia open source di alcuni browser. Mozilla su questo punto ha espresso non poche perplessità. Mark Watson di Netflix ha risposto che effettivamente via software sarebbe difficile da implementare in ambiente open source, ma il DRM potrebbe essere direttamente inserito nell'hardware. In pratica le soluzioni open source potrebbero fare tranquillamente uso di tecnologie "chiuse" come già avviene adesso con i driver per accedere a piattaforme e ad alcune funzioni dei dispositivi mobili.

Infine, Ian Hickson, uno dei guru dell'HTML, ha tirato in ballo sia l'inconsistenza "etica" della proposta sia i problemi tecnici correlati.

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"Ritengo che questa proposta non sia etica, e che non dobbiamo proseguire", ha scritto Hickson. "La suddetta proposta non fornisce una solida protezione dei contenuti, quindi non risponderebbe ai suoi intenti anche se fosse etica".

In verità chi sostiene l'iniziativa sottolinea che non si vuole trasformare il Web in una dimensione dominata dai DRM, bensì solo fornire degli strumenti a chi ne ha bisogno. Nello specifico un set di estensioni API per HTMLMediaElement, l'interfaccia che definisce le proprietà specializzate e i metodi JavaScript che sono disponibili negli elementi HTML audio e video.

Come tutti ben sanno, a prescindere dai risolvi etici, HTML5 è privo di un supporto DRM adeguato che possa essere compatibile con le esigenze del mercato cinematografico. Non da meno forse il timore che il Web possa cambiare faccia e assecondare troppo il desiderio di controllo digitale espresso più volte dai detentori di copyright.