Violare i robot di Vecna? Fin troppo facile

I Vecna VGo Celia soffrono di gravi vulnerabilità che permettono a un pirata informatico di violarne i sistemi e prenderne il controllo. Basta una chiave USB.

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a cura di Marco Schiaffino

Vengono usati per relazionarsi a distanza con altre persone, ad esempio per consentire ai bambini disabili di partecipare alle lezioni come se fossero in classe o ai medici di dialogare con i pazienti ricoverati in ospedale stando comodamente a casa.

I robot Vecna VGo Celia, però, oltre a rappresentare un possibile futuro in tema di interazione uomo-macchina, rischiano di essere anche il primo esempio di catastrofe in termini di sicurezza.

A metterne a nudo tutte le debolezze è stato Dan Regalado , un ricercatore di Zingbox che ha individuato una raffica di falle di sicurezza nei dispositivi Vecna che permettono di prenderne il controllo o di rubare informazioni sensibili dalla loro memoria.

Alcune di queste (per la precisione due) possono essere sfruttate in remoto e non sono molto diverse da quelle che interessano altri dispositivi IoT, tanto che Vecna le ha corrette prontamente.

Le altre, invece, accendono i riflettori un problema molto particolare. Per sfruttarle, infatti, è necessario collegare una chiavetta USB al robot.

Una procedura che nel caso di un PC o di un altro dispositivo tradizionale viene considerata come un evento eccezionale, ma che nel caso di un robot che se ne va in giro per un edificio aperto al pubblico diventa molto più grave.

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