Vodafone contro le tariffe di terminazione più basse

Vodafone si schiera contro la riduzione delle tariffe di terminazione. A suo parere il loro abbattimento non si tradurrebbe in un vantaggio per i clienti finali, come dimostrerebbe il trend degli ultimi 5 anni. Di diverso avviso Consumatori Associati: è empiricamente provato che nel medio termine la riduzione delle tariffe di terminazione mobile impatta significativamente.

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a cura di Dario D'Elia

Vodafone è convinta che la riduzione delle tariffe di terminazione fisso-mobile non sarà un beneficio per gli utenti finali. Come a dire che se il prezzo all'ingrosso del pomodoro scende non è detto che questo si riverberi sui listini dei consumatori. Tutto questo dibattito nasce dalle recenti prese di posizione del PDL e del PD, che hanno chiesto al Garante delle Comunicazioni di rimandare la riduzione delle tariffe che gli operatori TLC pagano ai concorrenti per le telefonate effettuate dai propri clienti verso i rispettivi numeri mobili.

Mercato congelato

Il primo dato insindacabile è che per motivi di vario genere l'Italia vanta un tariffario di terminazione più alto della media europea, e quindi l'AGCOM è già stata richiamata più volte per affrontare la questione. L'argomento è dibattuto è vede schierati da una parte le associazioni dei consumatori e gli Internet Provider, dall'altra gli operatori TLC. "Il mantenimento di tariffe di terminazione mobile eccessive, oltre a perpetuare una ingiustificata asimmetria nel sistema (si rammenta che le tariffe di terminazione degli operatori alternativi fissi sono, invece, basate su un modello teorico di operatore efficiente che non consente il pieno recupero dei costi), crea un arbitrario e anticompetitivo trasferimento di ingenti risorse finanziarie dagli operatori fissi agli operatori mobili", sostiene l'associazione Altroconsumo.

Il mantenimento di questa situazione secondo gli Internet Provider di fatto avrebbe "perpetuato l'ingiustificato trasferimento finanziario dagli operatori fissi a quelli mobili", contribuito a rallentare lo sviluppo degli operatori virtuali (inferiore all'1%) e polarizzato il mercato su due operatori (Vodafone e TIM).

TLC e terminazione (AGCOM) - Clicca per ingrandire

Di diverso avviso Vodafone, che sottolinea come la dinamica dei prezzi degli ultimi 5 anni abbia dimostrato che non c'è correlazione diretta tra l'abbattimento delle tariffe di terminazione e la riduzione delle tariffe fisso-mobile per clienti finali. 

Infatti secondo uno studio della Fondazione Magna Carta tra il 2005 e il 2010 a fronte di una riduzione delle tariffe di terminazione mobile pari al 47%, i prezzi fisso-mobile si sono mantenuti sostanzialmente stabili - non a caso i più alti d'Europa - con una diminuzione di circa l'8% (dati AGCOM). Insomma i consumatori ne hanno beneficiato relativamente, mentre gli operatori hanno fatto cassa. E nel 2011 l'abbattimento del 20% delle tariffe di terminazione non si è tradotto in alcuna riduzione.

E dire che in un altro studio, firmato Consumatori Associati, si stima che un taglio del 50% delle tariffe di terminazione consentirebbe un risparmio per i consumatori di circa 1 miliardo di euro.

"Sulla base dei trend storici degli ultimi 10 anni, è possibile stimare che tali minori costi verrebbero trasformati dai gestori in minori prezzi per i clienti finali in ragione di una percentuale media ponderata di almeno il 50%, che diventa del 60-70% se prendiamo in considerazione lo specifico segmento del traffico voce verso numerazioni mobili", scrivono gli analisi.

Terminazione e prezzi (AGCOM) - Clicca per ingrandire

"In termini estremamente semplificati, possiamo attenderci quindi che per ogni euro di minor spesa da parte degli operatori, circa la metà si traduca in risparmio per i consumatori. Il tutto ovviamente dipenderà dalle strategie competitive degli operatori fissi e mobili e dalle diverse propensioni al consumo e gradi di fedeltà delle rispettive basi clienti".

Chi ha ragione quindi?

A nostro parere hanno torto gli operatori TLC. Vodafone e gli altri hanno tutto da perdere da questa riduzione, e in questo momento stanno difendendo l'indifendibile. Se credono che il mercato italiano risponda a regole diverse da quelle europee che agiscano di conseguenza, e si rivolgano alla Giustizia, all'AGCOM o all'AGCM. 

In ogni caso è il buon senso che dice che la riduzione di un prezzo all'ingrosso prima poi si fa sentire sul prezzo finale. Non a caso Consumatori Associati ricorda che "per quanto non sia facile stabilire un rapporto di tipo strettamente deterministico tra i due fenomeni e generalizzabile in ogni tipo di contesto competitivo, è empiricamente provato che nel medio termine la riduzione delle tariffe di terminazione mobile impatta significativamente sui prezzi delle chiamate voce, e in generale ha un effetto positivo sul cosiddetto consumer welfare, ovvero il beneficio per i consumatori finali". 

Se Vodafone e gli altri operatori credono che Telecom Italia sia il maggior responsabile di questo irrigidimento del mercato, che agiscano di conseguenza. Libero mercato vuol dire anche agire con prontezza di riflessi di fronte a ogni opportunità. Volete che l'AGCOM non si faccia tirare dalla giacchetta? Appoggiate le iniziative che scardinano le imposizioni anti-competitive.