Vogliono stanarvi nelle case, ecco l'HADOPI italiana

Colpa di scena all'italiana: il Garante delle Comunicazioni sta lavorando a un pacchetto normativo per obbligare i provider a spiare il traffico degli utenti. I grandi flussi porteranno a stanare chi scarica film e musica illegale. La dottrina Sarkozy ha fatto breccia.

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a cura di Dario D'Elia

I service provider italiani a breve inizieranno a spiare le nostre connessioni Internet per stanare chi scarica illegalmente film e musica. Secondo quanto ha scoperto Alessandro Longo de La Repubblica l'Autorità per le garanzie per le comunicazioni si appresterebbe a discutere (probabilmente lunedì) un pacchetto di regole per colpire i cosiddetti "pirati del Web".

AGCOM vuol tirare in ballo gli Internet Service Provider

A poche ore dall'accordo sulla fibra morta ecco spuntare una sorta di HADOPI all'italiana – ricordate la dottrina Sarkozy e la legge sui 3 strike?. L'anima nera del decreto Romani sembra di nuovo prendere corpo. In pratica verrà chiesto agli ISP di trasformarsi in zombie assetati di "flussi di traffico rilevanti" per identificare gli utenti che violano le norme sul copyright. Si parla quindi di una caccia al file sharing e allo streaming illegale. Il tutto nel rispetto della privacy, ma semplicemente perché si intende aggiungere un paio di righe in piccolo nei contratti di abbonamento.

Nuove garanzie anche per gli editori e detentori dei diritti. "Potrà segnalare il sito fuorilegge l'autore dell'opera trafugata, la società che ne detiene i diritti, la SIAE, infine il Nucleo della Finanza specializzato in questi reati", scrive Longo su La Repubblica di ieri. "Una volta ricevuta la denuncia, il Garante individuerà il titolare del sito e gli spedirà la contestazione. Il sito sotto accusa avrà la miseria di 5 giorni per spedire una memoria difensiva a un indirizzo e-mail del Garante, che poi emetterà il verdetto. Nel caso sia impossibile individuare il titolare, il Garante potrà oscurarne il sito".

Ma il potere di AGCOM sembra spingersi oltre poiché potrà decidere la "rimozione selettiva dei contenuti protetti, il blocco della diretta in live-streaming, il congelamento delle porte IP che permettono lo scambio di file tra privati".

Esclusi in ogni caso dalla partita i siti di approccio social come ad esempio Youtube, ma probabilmente solo se la condivisione di filmati riguarda materiale amatoriale.

Lunedì dovrebbe avere inizio la consultazione pubblica con tutti gli operatori del settore.