Voto su Facebook: decidiamo noi, troppi astenuti

Le votazioni su Facebook sulle nuove direttive si sono chiuse con un nulla di fatto: il quorum non è stato raggiunto e quindi l'azienda ha deciso in autonomia. Su circa 668.872 persone che hanno votato però, 589.141 hanno consigliato di mantenere le attuali regole.

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a cura di Dario D'Elia

Facebook ha cambiato come voleva la Dichiarazione dei diritti e delle responsabilità (DDR) e la Normativa sull'utilizzo dei dati, a prescindere dal voto degli utenti. Si conclude così il dibattito sulla riforma della policy Facebook, esploso sopratutto per la decisione dell'azienda di ridimensionare il coinvolgimento degli utenti nelle scelte di sviluppo e aggiornamento.

Ebbene, con la chiusura delle urne di lunedì si è scoperto che la partecipazione al voto è stata bassissima: solo 668.872 persone. Per la cronaca 589.141 hanno consigliato di mantenere le attuali regole, ma dato che il quorum era il 30% l'iniziativa si è chiusa con un nulla di fatto. O meglio, ha deciso Facebook.

Perdono tutti

"Abbiamo fatto degli sforzi sostanziali per informare i nostri utenti e incoraggiarli a votare, sia tramite l'invio di e-mail, sia nella sezione Notizie. Nonostante tali sforzi e l'attenzione dei media in tutto il mondo, ha votato meno dell'uno percento dei nostri utenti, che sono un miliardo in totale", ha ricordato l'azienda.

 "Nonostante la partecipazione al voto sia stata minima, questa esperienza ha messo in luce il vero valore del nostro processo di avviso e commento. I commenti forniti dagli utenti alle nostre proposte nei sette giorni passati, oltre ai consigli ricevuti dagli enti regolatori che abbiamo consultato in tutto il mondo, ci hanno spinto a fornire chiarimenti e modifiche alle nostre proposte".

E così sono state redatte e pubblicate online la nuova Dichiarazione dei diritti e delle responsabilità e la Normativa sull'utilizzo dei dati. Due le sostanziali novità. La prima è che è stato abolito il voto online per la modifica delle regole, com'era stato promesso. La seconda riguarda la condivisione dei dati personali con l'app Instagram per profilare meglio le campagne pubblicitarie.

Quanto avvenuto su Facebook è interessante per confermare ancora una volta il peso del non-voto nei processi decisionali. Geniale l'idea di coinvolgere il grande pubblico su temi così delicati, per poi alla fine decidere in autonomia. Immagine salva sotto la coperta della democrazia.