Wi-Fi davvero libero ma la banda larga perde soldi

Il Wi-Fi sarà finalmente libero grazie a una correzione del Decreto del Fare.

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a cura di Dario D'Elia

Il Governo ha messo una toppa all'emendamento sul Wi-Fi libero ma ha tagliato 20 milioni di euro dal fondo per lo sviluppo della banda larga. Ieri sera si è consumato un colpo di scena che non può che alimentare il disincanto di fronte alle mirabolanti promesse legate allo sviluppo digitale del nostro paese.

Le commissioni Affari Costituzionali e bilancio della Camera hanno approvato la modifica al Decreto del Fare proposta dal presidente della commissione Bilancio, Francesco Boccia (PD). Si tratta di una correzione che sintetizza le indicazioni tecniche espresse in questi giorni dagli esperti del settore sulla questione Wi-Fi.

Wi-Fi

"L'offerta di accesso alla rete Internet al pubblico tramite rete Wi-Fi non richiede l'identificazione personale degli utilizzatori. Quando l’offerta di accesso non costituisce l’attività commerciale prevalente del gestore del servizio, non trovano applicazione l’articolo 25 del codice delle comunicazioni elettroniche di cui al decreto legislativo 1° gennaio 2003, n.259 e successive modificazioni, e l’articolo 7 del decreto legge 27 luglio 2005, n. 144, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 luglio 2005, n. 155, e successive modificazioni", si legge nel nuovo testo.

E così di fatto è stata eliminata la parte riguardante l'obbligo di tracciare il Mac Address con associazione a indirizzo IP e iscrizione su specifico registro. Ogni esercente non avrà più alcun obbligo su identificazione e conservazioni dei dati utente. Il Wi-Fi sarà veramente più libero.

La brutta notizia però riguarda il taglio dei fondi per la lotta al digital divide. Le Commissioni Bilancio e Affari e Costituzionali, sempre ieri sera, hanno deciso di far fronte al problema della copertura finanziaria del Decreto del Fare riducendo a 130 milioni (erano 150) il budget per la copertura del Nord e del Centro Italia. A questo punto l'obiettivo dei 2 Megabit entro il 2014 per queste zone rischia di diventare una chimera. Per altro vi sono una serie di bandi regionali che stanno per partire, e non è chiaro quale sarà il loro destino. Lombardia, Marche e Provincia Autonoma di Trento comunque sono già salve poiché sono partite in anticipo rispetto alle altre con progetti locali. Nessun problema invece per i 100 milioni in fase di stanziamento per il Sud Italia.

A questo punto non resta che attendere il Senato, dato che alla Camera si parla già di fiducia del Governo.