Wikileaks bomba: 400 GB d'informazioni per salvare Assange

Wikileaks ha messo in rete un pacchetto d'informazioni criptate, per proteggere Assange, Snowden e altri.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Wikileaks ha messo in rete nuovi dati, e chiesto ai propri sostenitori di scaricarli e rimetterli in circolazione e renderli così "incancellabili", tramite la produzione di diverse copie distribuite su vari canali. Lo scopo di questo pacchetto speciale (400 GB circa) si svela nella sua descrizione: è un'assicurazione, per proteggere l'incolumità di Julian Assange di altre figure di spicco all'interno dell'organizzazione.

Cosa ci sia in quei file però non è dato sapere. Sono protetti da un solido algoritmo crittografico, e Wikileaks pubblicherà la password solo se dovesse verificarsi il peggio. Si tratta in altre parole di un deterrente, e non è detto che sia meno pericoloso di una bomba nucleare. Le minacce di morte d'altra parte non mancano, almeno verso Julian Assange. L'ultima risale infatti a una manciata di ore fa.

La nuova iniziativa di Wikileaks arriva in coincidenza con le udienza del processo a B. Manning, in udienza proprio oggi, e con la richiesta di asilo in Russia da parte di E. Snowden.  Proprio quest'ultimo, in particolare, potrebbe essere l'uomo per cui è stato "lanciato" questa sorta di scudo digitale.  Snowden, lo ricordiamo, è l'ex dipendente della NSA (National Security Agency) che ha rivelato al mondo come l'agenzia per la sicurezza statunitense stia, con il programma PRISM, spiando praticamente chiunque nel mondo.

La questione è senz'altro complessa, e non se ne può certo venire a capo in fretta e furia. In molti però si stanno domandando se i governi del mondo non stiano portando avanti una guerra non dichiarata al giornalismo.

Proprio in queste ore, per esempio, la polizia britannica ha fermato un uomo per nove ore (il massimo consentito senza capi d'accuse): la sua unica colpa, a quanto pare, sta nell'essere il compagno del giornalista che ha svelato le azioni della NSA. Forse non è guerra al giornalismo, ma ha almeno l'aspetto di un colpo di avvertimento al Guardian – uno dei giornali più autorevoli del mondo, e uno di quelli considerati più indipendenti. Secondo Amnesty International si tratta di un arresto illegale.

E però si dovrà pur discutere sulle differenze tra giornalismo e spionaggio, o sulla barriera che separa il diritto all'informazione dal segreto di stato e la sicurezza nazionale. Che se ne discuta, così come dei limiti tra un normale controllo e l'atteggiamento intimidatorio.