Wikileaks: legge indigesta, Intel minacciò la Russia

Wikileaks svela che Intel fece pressione sul governo russo per ottenere la licenza d'uso di dispositivi capaci di crittografare dati nel paese. La moral suasion si basò sui posti di lavoro, con la minaccia di licenziamenti e il trasloco delle attività in Cina o India.

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a cura di Manolo De Agostini

I file di Wikileaks rivelano che Intel minacciò il governo russo di spostare i centri di ricerca e sviluppo in India o Cina se lo Stato non le avesse concesso di aggirare le leggi sull'importazione di dispositivi che possono immagazzinare dati criptati. Lo riporta PC World. Dopo le conferme sul caso Google (Wikileaks conferma: la Cina attaccò Google e gli USA), Wikileaks svela un nuovo retroscena che riguarda il settore tecnologico.

Un documento dell'ambasciata statunitense in Russia del 3 novembre 2009 rivela gli sforzi di Intel per persuadere la Russia a consentirle l'uso di hardware sicuro crittografato nel paese, in modo che i 1000 ingegneri russi di Intel potessero usare tali dispositivi.

"Intel è stata in grado di bypassare il lungo processo di autorizzazione impegnandosi in attività di persuasione ad alto livello e sfruttando il desiderio della Russia di diventare un'economia 'basata sulla conoscenza'", si legge nel documento.

In alcuni paesi l'ingresso di dispositivi che possono archiviare dati criptati, come portatili o cellulari, è limitato o vietato. Ciò non consente alle aziende tecnologiche di mettere in sicurezza le proprietà intellettuali che partoriscono.

Dolcetti Intel per tutti

Dopo aver minacciato di licenziare 200 persone e di spostare le attività in Cina o India, "Intel si è assicurata un incontro con funzionari importanti della Federal Security Service. Intel è stata in grado di dimostrare la ragionevolezza della propria richiesta e, come risultato, ha bypassato l'attuale requisito di possedere una licenza estesa".

L'azienda statunitense ha così ottenuto il lascia passare, evitando un lungo procedimento che richiede sei mesi, con analisi di laboratorio e la firma della polizia di stato e del Ministero dello Sviluppo Economico e del Commercio.

Craig Barrett, ex presidente e amministratore delegato di Intel, incontrò Dmitry Medvedev per discutere di "quella e altre questioni", ha dichiarato il portavoce di Intel, Chuck Mulloy. "Non abbiamo minacciato nessuno. Abbiamo fatto pressioni e trattative con il governo russo a nome di noi stessi, degli OEM e i distributori per rendere più semplici le cose. Questa è routine quando si tratta di affrontare i governi di tutto il mondo".