Wind in fusione con Tre, mentre Telecom Italia fa le fusa al Governo

Wind e Tre sono sempre più vicine. Telecom Italia approva il piano del Governo ma chiude con la separazione della Rete.

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a cura di Dario D'Elia

Wind e 3 sembrerebbero essere sempre più vicine alla fusione, mentre la telenovela Telecom-Metroweb-Governo si fa sempre più intricata. "Sono le telco, bellezza! Le telco! E tu non ci puoi far niente! Niente!", farebbe dire il regista/sceneggiatore Richard Brooks ad Humphrey Bogart in un remake de "L'ultima minaccia". Lo si racconta come un mercato incravattato e tecnologico, ma a volte sembra quello rionale.

labirinto

Il labirinto TLC italiano

È il caso ad esempio del braccio di ferro tra le Vimpelcom (holding di Wind) e H3G per decidere le quote della nuova creatura che farà tremare il mercato mobile italiano. I cinesi dovrebbero avere la maggioranza, ma i russi non mollano sui numeri.

Per quanto riguarda invece lo sviluppo della fibra nel nostro Paese, proprio ieri il premier Renzi ha firmato il piano broadband e quello per la Crescita digitale approvati in Consiglio dei Ministri la scorsa settimana. A breve saranno spediti a Bruxelles ma non dovrebbero esservi sorprese. I decreti attuativi per l'ultra broadband sono previsti nei prossimi giorni.

Un'altra grande novità si chiama Cobul (Comitato per la diffusione della Banda Ultralarga), una sorta di cabina di regia con a capo la Presidenza del Consiglio, coadiuvata da Mise, Agid, Infratel e Agenzia per la Coesione. Da settembre, e poi ogni semestre, verrà fatto il punto della situazione.

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Come portare la fibra al 40% della popolazione?

Rimangono fissati i punti chiave: 100 Megabit per l'85% della popolazione (Bruxelles di accontenta del 50%) e 30 Megabit per il 100% entro il 2020. Il paese di fatto è stato diviso in quattro "cluster". Ovvero uno dove c'è massima competizione fra gli operatori, zone dove conviene economicamente portare solo i 30 Megabit, zone a fallimento di mercato dove i 100 Megabit o i 30 Megabit sono possibili solo con sostegno pubblico. Da rilevare che le zone dove agli operatori non conviene investire riguardano il 40% della popolazione e complessivamente 25 milioni di persone in quasi 7000 comuni.

È evidente che la creazione di una società delle reti in fibra potrebbe essere un'ottima via di uscita: ecco spiegato l'interesse strategico per Metroweb – che detiene migliaia di km di fibra. Franco Bassanini, presidente di Cassa depositi e prestiti (l'80% è dal Tesoro), presidente di Metroweb (di Cdp al 46%) e consulente di Palazzo Chigi, sono almeno due anni che tenta di strappare un accordo con Telecom Italia.

telecom auto

Pronte per le consegne ultra-broadband?

"Se la rete fosse partecipata da tutti, con un piano di investimenti concordato e adeguate garanzie di parità di trattamento, una maggioranza Telecom potrebbe anche funzionare", spiega oggi Bassanini sulle pagine de La Repubblica. "Ma Telecom non vuole condomini. Ci sono altre soluzioni possibili? Com'è noto, abbiamo offerto a Telecom l'ipotesi di entrare in Metroweb, partecipata da CDP e F2i. Ma l'Antitrust accetterebbe che Telecom, l'incumbent, acquistasse la maggioranza dell'unico operatore di rete neutrale che oggi offre fibra a tutti in condizioni di assoluta parità di accesso? Lo farebbe nel momento in cui il nuovo piano d'investimenti non è stato ancora stato realizzato, con il rischio che Telecom possa operare per frenarlo?".

L'AD di Telecom Italia ieri in audizione alla commissione Trasporti e Tlc della Camera, per l'indagine conoscitiva sui servizi di media audiovisivi, è tornato sul tema. "La necessità di separare la rete noi non la vediamo […] Noi abbiamo sempre risposto che la nostra posizione è che la rete debba essere neutrale più che societarizzata. Ci sono due cose che determinano equivalenza della rete nell'accesso verso gli operatori: la mancata applicazione dell'asimmetria e la seconda è la qualità. Per fare questo abbiamo istituito l'organismo di vigilanza che monitora".

"Ad oggi viene detto che non c'è asimmetria quindi la necessità di separare la rete noi non la vediamo", ha confermato Patuano.

Per quanto riguarda il piano del Governo, lo stesso presidente Recchi ha confermato la piena integrazione con quello industriale dell'azienda. Insomma, è piaciuto.