L'azzeramento dei costi di roaming europei è previsto per il 15 giugno, ma quello che sembra un risultato acquisito potrebbe nascondere spiacevoli sorprese per le tasche degli italiani - e non solo.Ieri il Parlamento Europeo, Consiglio e Commissione UE hanno trovato un accordo sulle tariffe all'ingrosso che gli operatori si applicheranno vicendevolmente ogni qual volta i rispettivi clienti varcheranno i confini.
Il problema è che le soglie sono alte, se si guarda alle reali tariffe applicate al traffico dati in ambito nazionale (circa 1 o 2 euro a GB), e il rischio è che qualcuno giochi comunque da furbo per recuperare il maltolto poiché non è più previsto il sovrapprezzo - almeno fino alla soglia "fair use".
Per altro gli stessi addetti ai lavori sostengono le norme che stabiliscono quali siano le soglie massime di roaming oltre cui far scattare sovrapprezzi - soprattutto riguardanti le prepagate e i pacchetti illimitati - siano farraginose e si prestino a dubbie interpretazioni.
Fondamentale quindi che il Garante delle Comunicazioni (AGCOM) vigili fin dal primo momento per scongiurare ingiustificati colpi di mano o inaspettati aumenti sulle tariffe tradizionali.
Nello specifico per il traffico voce in roaming la soglia massima all'ingrosso sarà di 0,032 euro al minuto e 0,01 euro per ogni SMS. Più articolata la questione del traffico dati, sempre all'ingrosso. Si partirà da 7,7 euro a GB (dal 15 giugno 2017) per arrivare a 6 euro per GB (1 gennaio 2018), 4,5 per GB (1 gennaio 2019), 3,5 euro per GB (1 gennaio 2020), 3 euro per GB (1 gennaio 2021) e infine 2,5 per GB (1 gennaio 2022).
"Questo era l'ultimo pezzo del puzzle. Dal 15 giugno gli europei potranno viaggiare in Europa senza tariffe di roaming", ha dichiarato Andrus Ansip, Vice-Presidente per il Digital Single Market. "Ci siamo anche assicurati che gli operatori possano continuare a competere nel fornire le migliori offerte nei loro mercati nazionali".
In pratica è stato applicato un taglio del 90% rispetto agli attuali prezzi all'ingrosso, che in molti casi raggiungono i 50 euro a GB. Una buona notizia sulla carta, ma uno specchietto per le allodole secondo Innocenzo Genna, esperto di regolamentazione TLC e consigliere dell'associazione europea degli operatori mobili virtuali (MVNO Europe) - la lobby dei "piccoli". Il motivo? I grandi operatori di rete continueranno a pareggiare i costi con i cugini d'oltreconfine, mentre i piccoli saranno spazzati via e in alcuni casi potrebbero essere costretti a non fornire roaming estero.
Vodafone ad esempio tra Germania e Inghilterra non andrà mai in perdita perché le reti sono di sua proprietà. E questo può valere per tutti i principali operatori multi-nazionali.
"Ora che non si può applicare il sovrapprezzo (salve le eccezioni inevitabili e complicate), il tetto massimo all'ingrosso diventa un costo non recuperabile", puntualizza l'esperto. "Ciò che conta è il non allineamento tra tariffe roaming all'ingrosso e prezzi retail domestici".
Inoltre, se è vero che i grandi tendono a ridurre diffusamente le tariffe solo in presenza di competizione, è evidente che un indebolimento dei piccoli giocherebbe a favore del mantenimento dello status quo.
Fonti vicine all'associazione degli operatori UE di telecomunicazioni (ETNO) - la lobby dei "grandi" - sostengono che i cattivi presagi di Genna siano ingiustificati. In fondo più che la dimensione di un operatore parrebbe caratterizzante il tipo di mercato: se si tratta di un paese che tendenzialmente accoglie turisti o ne manda in giro per l'Europa. Insomma, "la bilancia commerciale". Si pensi al caso dell'Olanda che ha più clienti in uscita che in entrata e tariffe all'ingrosso piuttosto alte.
"In verità i grandi paesi come l'Italia vogliono mantenere i loro mercati domestici chiusi ed evitare che qualcuno dall'estero venga a fare concorrenza grazie alle tariffe roaming", spiega Genna. "Basta fare un confronto tra il costo all'ingrosso e quello applicato al consumatore. Se persino TIM vende 1 GB a 1 euro, anche un operatore lituano non potrà fare meglio. Però con una soglia all'ingrosso da 7,7 euro si scongiura la remota possibilità".