Zuckerberg entra in politica: guiderà una lobby hi-tech

Il fondatore di Facebook, secondo il Wall Street Journal, starebbe lavorando alla creazione di un gruppo di pressione coinvolgendo più esponenti della Silicon Valley. L'obiettivo è raccogliere almeno 50 milioni di dollari. Il programma politico non è ancora chiaro.

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a cura di Dario D'Elia

Mark Zuckerberg, il patron di Facebook, ha deciso di entrare in politica. Lo farà dalla porta secondaria, quella che negli Stati Uniti conta di più. In pratica sta creando un gruppo di pressione, una lobby del mondo hi-tech. Si chiamano "political advocacy group" e servono per influenzare le scelte politiche. A Washington nulla si muove senza il volere dei gruppi di pressione. Portano in pancia centinaia di migliaia di voti ma anche il denaro dell'industria.

Zuckerberg, stando a quanto riporta il Wall Street Journal, punterebbe a raccogliere non meno di 50 milioni di dollari. Senza un fondo adeguato anche per finanziare (legalmente) deputati e senatori nessuno ti tiene da conto. Al momento sembra certo il coinvolgimento del fondatore di LinkedIn, Reid Hoffman. Ma in futuro potrebbero aggiungersi altri personaggi di grido della Silicon Valley.

Mark Zuckerberg e Barack Obama

Le indiscrezioni parlano di un progetto politico ad ampio respiro. Dalla riforma sulla legge riguardante l'immigrazione, con procedure più semplici per ottenere la cittadinanza statunitense, alle riforme per scuola e ricerca scientifica. Insomma, non pare il prurito di un giovane miliardario, ma una sana pulsione verso il cambiamento.

Il gruppo per altro starebbe coinvolgendo come consulente un vecchio politico come Rob Jesmer, direttore del National Republican Senatorial Committee. Da non dimenticare poi che lo stesso Joe Lockhart, attuale presidente comunicazioni di Facebook, è stato segretario stampa dell'amministrazione Clinton.

Che Zuckerberg stia pensando a un trampolino di lancio per una vera carriera politica a Washington? Chi può dirlo. Resta il fatto che si è occupato della raccolta fondi per il Governatore repubblicano Chris Christie, possibile candidato alle presidenziali del 2016, e ha ospitato presso il suo quartier generale un meeting per l'elezione di Barack Obama.