24 Ore di Le Mans, la nostra esperienza con Ford Performance

Ospiti di Ford Italia, abbiamo partecipato alla 24 di Le Mans, vivendo fianco a fianco di Ford Performance e del team Ford Chip Ganassi Racing la corsa più difficile e affascinante al mondo e facendo il tifo per le quattro Ford GT schierate sulla griglia di partenza.

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a cura di Alessandro Delfino

La 24 Ore di Le Mans è la gara più importante del Campionato del Mondo Endurance FIA, si svolge annualmente al Circuit de la Sarthe, nei pressi di Le Mans, in Francia, e viene organizzata dall'Automobile Club de l'Ouest (ACO).

La prima gara si svolse il 26 e 27 maggio 1923 e da allora si è disputata annualmente in giugno, ad eccezione del 1956 (in luglio) e del 1968 (in settembre, a causa dei tumulti politici accaduti nel Maggio francese). Venne cancellata solo nel 1936 (ragioni economiche) e dal 1940 al 1948 (seconda guerra mondiale ed immediato dopoguerra).

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Tradizionalmente la "24 Heures du Mans" iniziava alle 16:00 di sabato per terminare alla stessa ora della domenica; da alcuni anni inizia e termina alle ore 15.

Una vera battaglia ricca di colpi di scena, scontri durissimi e grandi speranze per le 57 vetture in pista, che possono svanire a causa di un incidente oppure per una frizione bruciata oppure essere alimentate dai 647 cavalli di un propulsore Ecoboost 3500 Turbo che, dopo quasi 5000 km percorsi a velocita' medie sul giro superiori ai 208 km/h e toccando i 300 km/h, continua a girare come un orologio.

Una gara endurance lunga 24 ore, ma che in realtà di ore ne dura cento perché è dal giovedì precedente che il capoluogo del dipartimento della Sarthe, nella regione dei Paesi della Loira, si anima del popolo della 24 Ore di Le Mans.

Per i piloti le ore dedicate alla gara sono migliaia, perche' per guidare a Le Mans servono polmoni forti, coordinazione e nervi di acciaio, che solo durissimi allenamenti fisici concepiti per migliorare la coordinazione mano-occhio, rafforzare il collo, le braccia e il cuore, possono far sopportare una temperatura tipo sauna, una forza di gravità schiacciante (come girare per 3 ore di fila sulle montagne russe) e la consapevolezza che una mossa falsa potrebbe causare il disastro. 

I piloti sono ovviamente monitorati anche durante la corsa, con sistemi speciali che controllano il battito cardiaco e la respirazione, le temperature corporee e i livelli di glucosio, permettendo alla squadra di affrontare eventuali problemi durante i pitstop e ai piloti di ritornare in gara al loro picco fisico e mentale.

Le infografiche di seguito mostrano come si preparano e alcune delle sfide che affrontano i piloti durante la 24 ore di Le Mans.

La gara si disputa su un tracciato semi-permanente della lunghezza di oltre 13 chilometri, utilizzando per buona parte strade aperte alla normale circolazione per tutto il resto dell'anno. Nel corso degli anni diverse sezioni appositamente costruite hanno sostituito le strade normali, in particolare le Curve Porsche che escludono la vecchia e pericolosa parte della Maison Blanche in cui il circuito sfiorava degli edifici. Il Circuito Bugatti è la parte permanente del tracciato, circonda la zona della partenza/arrivo e viene utilizzato durante tutto l'anno per diverse competizioni, tra cui il Motomondiale.

Normalmente gareggiano contemporaneamente vetture di vario tipo, suddivise in quattro diverse classi, dai prototipi (LMP1 e LMP2) progettati appositamente per questa corsa, fino alle auto GT di serie (GTE); la vittoria complessiva va all'auto che ha coperto la maggior distanza alla fine del giro durante il quale è scaduto il periodo di 24 ore continuate di corsa.

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Questa regola sembrerebbe univoca per la determinazione del vincitore ma in realtà non è così: per esempio la gara del 1966 ebbe un vincitore a sorpresa in quanto la Ford si aspettava un ex aequo con due sue Ford GT40 Mark II che attraversarono il traguardo nello stesso istante, grazie ad un arrivo orchestrato, mentre invece venne proclamata vincitrice la vettura tra le due che, avendo ottenuto il peggior tempo nelle prove, era partita più indietro sulla linea a spina di pesce di partenza e così aveva percorso una maggiore distanza a parità di tempo.

Come regola aggiuntiva vi è quella che un'auto deve attraversare la linea d'arrivo dopo 24 ore per essere classificata, il che spesso porta a episodi di auto danneggiate che lasciano i box per trascinarsi lungo il circuito un'ultima volta e poter finire la gara.

Oggi ogni auto dispone di una squadra di tre piloti; prima del 1970 erano permessi solo due piloti per auto, e nei primi tempi era permessa anche la partecipazione a piloti solitari.

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La gara prendeva tipicamente il via con quella che è diventata nota come la "partenza Le Mans": le auto sono allineate su un lato della pista, i piloti sull'altro. Quando la bandiera francese segnalava il via alle 15:00, i piloti attraversavano di corsa la pista, entravano nelle auto e partivano. Questa procedura divenne rischiosa dopo l'introduzione delle cinture di sicurezza, che richiedevano di essere allacciate correttamente dai meccanici. Perciò i piloti gareggiavano nel primo turno, circa un'ora, senza le cinture allacciate.

Un giovane talento e campione di Formula 1, Jacky Ickx, diede una plateale dimostrazione dei rischi di questa partenza nel 1969, quando invece di correre attraverso la pista, camminò lentamente, e quindi entrò nella sua auto e si allacciò correttamente le cinture di sicurezza. Nonostante questo ritardo, riuscì a vincere la gara, anche se per soli 120 metri. Tristemente, nel primo giro di gara, un pilota privato, il britannico John Woolfe, rimase ucciso; perciò la tradizionale pratica venne interrotta nel 1970, quando i piloti partirono già seduti nelle auto, con le cinture saldamente allacciate. Successivamente, la partenza dal lato della pista venne sostituita da una partenza in corsa, come a Indianapolis.

Dicevamo che lo spirito della gara inizia a respirarsi gia' al giovedi' con i camioncini dello street food, il tiro a segno, gli stand di merchandising e memorabilia e macchinine da collezione, con i camper, con la marea di gente che si vede solo in alcune gare di Formula 1, con le auto di chi decide di "dormire" per quattro giorni in una tenda canadese, magari montata di fianco alla propria Ford Mustang per respirare al 100% l'aria circuito e stare vicino ai propri idoli.

A Le Mans la passione è totale e va oltre alle convenzioni e alle comodità.

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E poi i rituali della pesatura delle auto e della lunga parata della vigilia di tutti i protagonisti per le vie della città dove i fan possono vedere da vicino i piloti, vicini al pubblico anche nel paddock e nel villaggio del circuito fatto di pub, oppure fare shopping nei negozietti, gallerie d'arte e di cimeli.

Una festa che dal 1923 si ripete ogni anno, con i suoi riti e i suoi personaggi, resi mitici dalle vittorie o dalla semplice presenza.

Come Patrick Dempsey, protagonista della serie Tv Grey's Anatomy ma soprattutto pilota, con un team messo in piedi insieme ad Alessandro Del Piero, oppure come Ken Block, re dei "Gymkhana videos" e attualmente impegnato come pilota di una Ford Focus RSRX al FIA World Rallycross Championship, che ha dichiarato:

"È incredibile come questi piloti siano in grado di spingere macchine come queste al limite e fare costantemente ottimi tempi sul giro. È davvero impressionante! Mi sono divertito e sono riuscito a vedere tutto, a incontrare tutti i piloti e a vedere il grandissimo lavoro di squadra del team Chip Ganassi.. E quelle FORD GT sono  vere e proprie opere d'arte. "

O ancora Catherine, dell'ufficio stampa, che quando parla di Le Mans, racconta ogni curva come fosse la valle dell'Eden: il rimbombo dei motori sotto il ponte Dunlop, il sibilo sui rettilinei di Hunadiere, il forte odore di olio delle ibride da 1000 cavalli.

E poi la festa continua, anche a notte fonda, con la ruota da luna park, gli hospitality sempre aperti, il profumo delle grigliate che aleggia perenne nell'aria e le bottiglie di birra raccolte a piramide, trofeo delle notti e dei giorni precedenti, in attesa dell'evento. Il tutto scandito dai motori e dalla voce sempre viva, urlante e piena di pathos di uno speaker che non conosce stanchezza; una specie di highlander della cronaca, come la 24 Ore di Le Mans lo è delle gare di durata, 24 ore attese per 364 giorni all'anno.

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La classe GTE PRO ha vissuto una corsa indecifrabile fino agli ultimi minuti, con tutte le case presenti in grado di giocarsi la vittoria e, per il secondo anno consecutivo, Ford Chip Ganassi Racing ha concluso sul podio. Quest'anno, inoltre, tutte e 4 le Ford GT hanno portato a termine l'intera gara, a dimostrazione dell'affidabilità, oltre che delle performance, maturata dal progetto Ford GT.

La Ford GT #67, alla cui guida si sono alternati Andy Priaulx (GB), Harry Tincknell (GB) e Pipo Derani (BRA), è riuscita a strappare il 2° posto alla 24 Ore di Le Mans 2017, categoria GTE Pro, negli ultimi secondi della estenuante gara, al termine di un emozionante testa a testa per l'argento con la Corvette #63.

A fronte di una battaglia serrata tra i diversi team, che è durata incessantemente per tutte le 24 ore, l'equipaggio alla guida della Ford GT #67, già vincitore a Silverstone, gara di apertura del FIA World Endurance Championship, ha dimostrato ancora una volta quanto sia stata ben costruita la strategia  del team per ottenere questo risultato.

La vincitrice dell'anno scorso, la Ford GT #68 è invece tornata a casa con un 6° posto, seguita dalla #69 con un 7° e la #66 con una 10° posizione.

"Questa è stata una gara semplicemente incredibile", ha commentato Priaulx. "È stata una corsa perfetta con pit-stop perfetti. I ragazzi del Team meritano, ancora una volta, una medaglia per aver superato la sfida. È stata una gara estenuante, all'interno della quale abbiamo dovuto combattere in ogni giro, ogni pit-stop, e ogni secondo delle 24 ore. Tutto doveva essere perfetto e lo è stato. Guardare Harry sul finale... ci ha tolto letteralmente il fiato... e quando abbiamo visto la Corvette nell'area di visibilità di Harry... beh, lì abbiamo capito che avrebbe portato a casa il risultato e ottenuto il 2° posto".

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"Wow, che gara pazzesca!", ha commentato Dave Pericak, Global Director, Ford Performance. "Era un'impresa complicata, ma ci abbiamo creduto. Ciò dimostra che bisogna spingere al risultato fino alla fine. Arrivare secondi, nella nostra seconda presenza qui, è stato incredibile. Arrivare primi è decisamente meglio ma siamo soddisfatti di questo secondo posto perché rappresenta un ottimo risultato per il team. Era importante ai fini del campionato WEC, quindi non è solo un grande risultato, ma è anche positivo ai fini del campionato che abbiamo in mente di vincere quest'anno".

Tutti e 4 gli equipaggi delle Ford GT hanno mostrato fin da subito ottime premesse, guidando bene i primi giri di gara; all'imbrunire, le difficoltà si sono avvicendate rapidamente e in modo inaspettato.

"Congratulazioni all'equipaggio #67 per il fantastico 2° posto", ha commentato Müller (Ford GT #68). "Sappiamo bene come ci si senta ad arrivare sul podio... è un'emozione bellissima. Durante la gara siamo stati oggetto di più imprevisti... Joey (Hand) ha fatto un buon lavoro e Tony Kanaan è stato una scheggia. Siamo stati davvero un buon team".

La gara è stata caratterizzata dai diversi ritiri delle LMP1 (solo 2 prototipi al traguardo) e, anche per i problemi accusati dalla Porsche #2, fino all'ultima ora di gara è stata in testa una LMP2.

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LMP2 che, a differenza dei prototipi LMP1, bloccati da problemi tecnici considerevoli, si sono dimostrate affidabili e sono riuscite a salire sul podio con la Oreca 07 del team Jackie Chan DC Racing.

Nella classe GTE, dopo un finale thrilling, sugli scudi l'Aston Martin Vantage di Adam-Serra-Turner, che ha piegato la resistenza della Corvette di Taylor-Garcia-Milner proprio all'ultimo giro, con la Ford GT che ha preso il secondo posto dopo una sosta improvvisa della Porsche RSR e la debacle proprio negli ultimi chilometri della Corvette, in una Le Mans che, da qualsiasi parte la si guardi, resta la corsa più bella e affascinante al mondo.

Alessandro Delfino, nostro collaboratore e ospite di Ford Italia, commenta cosi' la sua esperienza: "Non mi era mai capitato di partecipare a una gara Endurance e ho colto la notizia che avrei vissuto al fianco dell'ovale blu la mitica 24 ore di Le Mans con grandissimo entusiasmo".

Oltre 40 ore di fila sveglio per seguire una gara possono sembrare una pazzia, ma l'adrenalina ha iniziato a scorrermi dentro nel momento in cui ho sentito per la prima volta il rombo della Ford GT e da lì in poi è stato un susseguirsi di emozioni: 24 ore tiratissime con numerosi colpi di scena, alternati a momenti di relax (nell'hospitality Ford erano presenti, tra le diverse forme di intrattenimento, due aree massaggi, videogames e due simulatori Forza per Xbox, grazie ai quali si potevano vestire i panni di un pilota alla guida di una Ford GT) e quattro chiacchiere con Ken Block, arrivato a Le Mans a bordo di una splendida Ford GT Pre-produzione.

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Ford GT - specifiche tecniche

Tutto perfetto grazie all'impeccabile organizzazione del team e dei collaboratori di Ford Performance, il cui entusiasmo, unito a quello dei numerosissimi fans presenti alla gara, ha spinto i piloti della numero #67 a tagliare il traguardo in seconda posizione: ottimo risultato! Ho vissuto un'esperienza che porterò per sempre nel cuore, resa memorabile anche grazie a Marco Alù Saffi, Direttore Relazioni Esterne di Ford Italia, che mi aveva suggerito di fare due passi nel campeggio per comprendere ancora meglio il vero spirito di questa competizione.  "

La marca di maggior successo nella storia della 24 ore di Le Mans è  Porsche, con 19 vittorie complessive (di cui sette consecutive dal 1981 al 1987 e due come fornitore del motore), seguita da Audi con tredici vittorie (di cui cinque di fila dal 2004 al 2008, e tra il 2010 ed il 2014), terza la Ferrari con nove successi (di cui sei di fila dal 1960 al 1965). I primi anni vennero dominati dalla Bentley (quattro vittorie in fila dal 1927 al 1930) e dall'Alfa Romeo (quattro vittorie consecutive dal 1931 al 1934).

In una disputa personale tra i due proprietari, Ford vinse la gara quattro volte (1966-1969) con la sua GT40, costruita con l'intento dichiarato apertamente di sconfiggere la Ferrari, dopo che il "Drake", Enzo Ferrari, respinse un'offerta di acquisto della sua azienda da parte della casa statunitense. A queste vanno aggiunte le due vittorie come fornitore di motore.

L'unica marca giapponese ad aver vinto la gara è stata la Mazda, che vinse la 59a edizione nel 1991 con il suo prototipo 787B dotato di un motore Wankel.

Photo Credits: d3lfin0 - Ford