ACI, mantenere un’auto costa sempre di più

Secondo i dati che emergono dal nuovo Annuario ACI, nel 2021 gli italiani hanno dovuto sostenere maggiori spese per mantenere l'auto.

Avatar di Valentina Acri

a cura di Valentina Acri

Durante il 2021 le auto sono costate di più agli italiani: la spesa media annua è stata pari a 3.600 euro, con un +16,2% rispetto all’anno precedente. Sono questi i dati che emergono dal nuovo Annuario Statistico diffuso da ACI, lo stesso che pubblica tutti i dati ufficiali relativi al mercato italiano.

Mantenere un’auto diventa sempre più costoso per i cittadini italiani. Con riferimento ai dati ACI, la spesa maggiore, che si attesta a circa 41 miliardi di euro, riguarda acquisto e quota di ammortamento, in aumento del 9,1%. A seguire la spesa del carburante, manutenzione e riparazione. Nello specifico, l’aumento delle spese per la manutenzione e la riparazione ha raggiunto i 25 miliardi di euro totali, per un +17,4% rispetto all’anno precedente. Decisamente importante l’aumento relativo al prezzo dei carburanti che, come abbiamo visto, nel 2021 sono saliti del 33,3% per un totale di 39 miliardi.

Non a caso, dunque, una sostanziale crescita dei costi per i cittadini ha portato ad una conseguente entrata più elevate per il Fisco, che ha raggiunto i 62 miliardi di euro segnando un +17% rispetto al 2020.

L'Annuario Statistico ACI mostra, inoltre, come nel 2021 ci sia stato un rinnovo del parco circolante piuttosto limitato. La stessa ACI sottolinea come la priorità dovrebbe essere quella di svecchiare il parco circolante del Paese. Se facciamo riferimento ai dati diffusi, si nota che nel 2021 l’età mediana delle auto è di 12 anni e 2 mesi, quindi 4 mesi in più rispetto all’anno precedente. I veicoli euro 0-1-2 di almeno 19 anni sono 7.232.410, poco meno di 1 su 5 e dunque il 18% circa del totale; le vetture rottamate sono invece 1.491.282 con 17 anni e 5 mesi di età.

Secondo ACI, dunque, il Governo dovrebbe incentivare auto meno costose al fine di abbassare l’età del parco circolante e migliorarne, conseguentemente, le emissioni di CO2.