Antitrust, colonnine a 100 kW in autostrada, e più concorrenza

L'Antitrust ritiene importante favorire la concorrenza tra i fornitori di energia per auto elettriche: almeno 2 per ogni stazione.

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a cura di Francesco Daghini

Nel mondo delle auto elettriche il tema della ricarica è senza dubbio uno dei più discussi; chi ha la fortuna di poter ricaricare nel proprio box durante la notte si gode al massimo l’auto elettrica, ma durante le traversate più lunghe è indispensabile potersi affidare a colonnine di ricarica pubbliche in grado di svolgere il lavoro in poco tempo, così che si possa proseguire nel proprio viaggio. Qualche giorno fa l’Antitrust ha rilasciato delle dichiarazioni ufficiali in merito alla questione delle colonnine di ricarica autostradali, sostenendo che è necessario porre delle regole ben precise per evitare monopoli, promuovendo al massimo la concorrenza tra le varie fornitrici di energia.

Secondo l’Antitrust sarà necessario avere almeno 2 diversi operatori in ogni stazione di ricarica, così che gli utenti abbiano almeno la libertà di scegliere tra due offerte concorrenti, andando quindi a mitigare la possibilità che si formino dei monopoli.

Ciò posto, riguardo alla pluralità (“almeno due”) di Charging Point Operator (CPO), prevista per tutte le classi di AdS, l’Autorità ritiene che la stessa massimizzi la pressione concorrenziale tra gli operatori, risultando così più efficace nell’impedire la formazione di sacche di potere di mercato tra i CPO attivi lungo le autostrade italiane rispetto a quanto si potrebbe ottenere ricorrendo alla sola concorrenza tra punti di ricarica posti in più AdS di ciascuna tratta autostradale. La compresenza di almeno due CPO per AdS è dunque senz’altro auspicabile, soprattutto nella attuale fase nella quale si sta definendo l’intera filiera della mobilità elettrica. Pertanto, è molto importante assicurarne la massima apertura concorrenziale, in modo da prevenire il più possibile futuri assetti di mercato indesiderati e connotati da sacche di potere di mercato.

Si è parlato anche di potenza minima: l’Antitrust afferma che sia necessario avere almeno 100 kW di potenza per punto di ricarica, così da accorciare il più possibile i tempi di ricarica e permettere a più utenti di utilizzarli. L’Antitrust ne è convinto, la mobilità elettrica prenderà davvero piede solo quando sarà comodo e semplice ricaricare l’auto in modo rapido anche in autostrada.

Si ritiene che i punti di ricarica ultraveloci da installare nelle AdS autostradali debbano necessariamente essere dotati di una potenza uguale o superiore ai 100 kW, in grado di consentire tempi di ricarica sostanzialmente assimilabili a quelli propri del rifornimento di carburante tradizionale. Infatti, sebbene l’attuale parco di veicoli elettrici attualmente in circolazione sia composto da auto con batterie a potenze inferiori a 100 kW, si ritiene che l’auspicato sviluppo del mercato dei Battery Electric Vehicle (BEV) potrà avvenire solo se sarà disponibile, anche in ambito autostradale, una rete di punti di ricarica a potenze più elevate di 50 kW, proprio al fine di abbattere i tempi di ricarica che rappresentano il maggior ostacolo alla diffusione dei veicoli elettrici.