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a cura di Francesco Daghini

Da lungo tempo ormai Aston Martin attraversa un periodo finanziariamente molto negativo, nonostante i tentativi di riorganizzazione dell’organigramma aziendale apportati da Lawrence Stroll, responsabile per l’assunzione di Tobias Moers, ex Mercedes-AMG: oggi il CEO della compagnia è cambiato di nuovo, rimpiazzato da un dirigente con esperienza in Ferrari, a testimonianza del fatto che non sono stati fatti i passi avanti sperati dal punto di vista economico.

Il brand è in evidente difficoltà, e le notizie delle ultime settimane non hanno certo aiutato: avrete certamente sentito delle lamentele avanzate da alcuni piloti di Formula 1, che hanno bocciato la nuova Aston Martin Vantage come safety car, definendola troppo lenta.

Solo nel primo trimestre del 2022, Aston Martin ha accumulato perdite per 47.7 milioni di sterline, circa 56 milioni di euro, mentre il debito netto complessivo è salito a 956.8 milioni di sterline, pari a 1.11 miliardi di euro: ciò significa che se oggi Aston Martin dovesse mettere insieme tutti i soldi di cui dispone, e tutti gli asset a suo nome, dovrebbe comunque ancora pagare quella cifra ai suoi creditori. Di solito si parla di “rosso” di bilancio, ma in questo caso la situazione è così grave che si può parlare di acque nerissime in cui la compagnia inglese si ritrova a navigare.

Dal 2010 ad oggi, Aston Martin ha avuto solo due anni in positivo, e anche la decisione di quotarsi in borsa non ha sortito gli effetti sperati: rispetto all’IPO del 2018, oggi il valore delle azioni di Aston Martin è calato del 90% e il valore di mercato dell’azienda è passato dai 5.3 miliardi di dollari di qualche anno fa, a 1.3 miliardi, appena poche centinaia di milioni in più dei debiti dell’azienda stessa.

Resta da capire chi potrebbe essere interessato a dare nuova vita al marchio Aston Martin e alle sue auto da sogno, viviamo in tempi di grandi investimenti e non è da escludere che presti arrivi qualcuno a tenderle una man.