Aumenta anche il prezzo delle batterie: il divario con le endotermiche cresce

Un report di BloombergNEF ipotizza l'arrivo di possibili rincari per le batterie del prossimo anno; l'effetto sarà temporaneo ma aumenterà il divario di prezzo tra elettriche e endotermiche.

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a cura di Luca Rocchi

Managing Editor

La mobilità elettrica è messa a dura prova da numerosi fattori, dall’assenza di una rete di ricarica capillare, dalla mancanza dei semiconduttori che continuano a mettere in ginocchio diversi produttori, dall’ansia dell’autonomia e dal prezzo di acquisto elevato e poco competitivo. Dal punto di vista industriale, i costruttori sono ormai convinti che una maggiore adozione possa giungere con una drastica riduzione dei prezzi delle batterie e le aspettative dei protagonisti del settore sembrano essere confermate dall’andamento dei prezzi degli ultimi 10 anni.

Sebbene lo scenario potrebbe apparire piuttosto roseo e quindi portare, nel breve periodo, ad un “pareggio” tra il prezzo delle elettriche e delle endotermiche, nuovi “guai” sono all’orizzonte. Secondo un’indagine condotta da BloombergNEF, il rincaro delle materie prime unito ai continui colli di bottiglia nella produzione potrebbero portare al primo vero aumento del prezzo delle batterie.

Rispetto al 2020, il prezzo medio delle batterie è sceso del 6% raggiungendo un minimo di 132 dollari al kWh; tuttavia già da luglio si sono registrati i primi rincari a causa dell’aumento dei listini del fosfato di ferro e di litio, legati all’aumento del costo dell’energia in Cina. Le previsioni per il 2022 sono poco rosee, alcuni studi suggeriscono un incremento del prezzo del 2,3% nonostante le forniture dovrebbero migliorare. A pesare ci sarà la costante differenza tra domanda e offerta, problematica che già oggi tiene sotto scacco diversi siti di produzione. Inoltre, la ripresa dei contagi e la possibile chiusura di alcune linee produttive potrebbe infliggere un nuovo duro colpo al settore e rallentare ulteriormente la produzione.

Questi repentini aumenti, che probabilmente si trascineranno su tutto il 2022, potrebbero infliggere un duro colpo ad alcune strategie pianificate da diversi produttori. Renault e Ford, ad esempio, hanno fissato per il 2030 il desiderio di raggiungere 80 dollari al kWh. Nissan, addirittura, si augura di poterlo ridurre a 75 per il 2028. Obiettivi che al momento appaiono decisamente difficili da poter soddisfare.

Per Carlos Tavares, numero uno di Stellantis, l’elettrificazione forzata porterà ad una serie di problemi e diventerà controproducente. L’imposizione all’elettrificazione porterà all’industria automobilistica costi aggiuntivi del 50% rispetto ad un’auto convenzionale; questo aumento obbligherà i costruttori ad intraprendere strade che avranno come risultato finale il taglio di posti di lavoro. Le soluzioni al vaglio sono due, aumentare il prezzo di acquisto delle elettriche o ridurre i margini ma, in ogni caso, si arriverà ad una serie di tagli.