Carburante Volkswagen R33, la rinascita del diesel?

Dopo le innumerevoli rivelazioni inerenti alla modifica dei dati di inquinamento dichiarati dai propulsori della casa di Wolfsburg, nell’arco del cosiddetto “scandalo” dieselgate, la casa tedesca ha investito nello sviluppo di alternative ai carburanti fossili.

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a cura di Federico Proverbio

Dopo le innumerevoli rivelazioni inerenti alla modifica dei dati di inquinamento dichiarati dai propulsori della casa di Wolfsburg, nell’arco del cosiddetto “scandalo” dieselgate, la casa tedesca ha investito nello sviluppo di alternative ai carburanti fossili.

Dopo l’excursus elettrico, che ha portato numerose novità sia dal punto di vista mild hybrid che full Electric, Volkswagen ritorna al presente annunciando una nuovo “prodotto”, R33. Questo è il Nome in codice di un nuovo carburante basato in gran parte sull’attuale gasolio, che mira a ridurre le emissioni durante la marcia agendo direttamente sulla composizione chimica del combustibile e non sulla gestione elettronica dell’iniezione.

Il segreto risiede nell’addizionamento di una percentuale, fino al 33%, di biocarburante ricavato da scarti alimentari e biomasse. Una grande fonte di questo additivo è ad esempio l’olio esausto utilizzato per friggere, disponibile in grande quantità come scarto che deve essere smaltito correttamente per non impattare sull’ambiente.

La pubblicizzazione di un ipotetico carburante commerciale basato, perlomeno in parte, su biodiesel favorisce sicuramente una maggiore diffusione dell’idea che sia possibile ridurre l’inquinamento da carburanti fossili agendo sulla parte termica del propulsore, una dimensione che ancora lascia a desiderare in termini di efficienza ed economicità. Nonostante ciò il carburante R33 mostra “performance” migliori soprattutto nel campo delle emissioni CO2, diminuendone l’impatto del 20%, una cifra non particolarmente significativa se considerata in un contesto nel quale il diesel rappresenta l’alternativa migliore, ovvero quello dei carburanti fossili.

Rimane da capire se si tratta di un classico fulmine a ciel sereno, diffuso solo a scopi pubblicitari, oppure se ci troviamo davanti ad un’evoluzione che in un mercato pressapoco stagnante possa riportare fiducia nel perfezionamento di una tecnologia che non sembra essere pronta ad essere abbandonata. Ai posteri l’ardua sentenza.