Crisi del vetro: ulteriori ritardi per chi acquista un'auto nuova

La carenza di vetro, dovuta al caro energia, rischia di diventare la prossima crisi del settore auto, causando nuovi blocchi della produzione come già avvenuto con la crisi dei chip

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a cura di Davide Raia

La crisi energetica e l’inarrestabile aumento dei prezzi delle materie prime energetiche sta causando rincari a cascata in quasi tutti i settori. Anche il mercato delle quattro ruote deve fare i conti con la crisi energetica. L’esempio più lampante è quello del caro carburanti, con l’aumento dei prezzi alla pompa di benzina e diesel oltre che di GPL e metano. In Italia, tali aumenti sono stati solo in parte mitigati dal taglio delle accise stabilito dal Governo. L’aumento del costo dell’energia elettrica si riflette anche sull’aumento dei costi di ricarica delle auto elettriche.

La crisi energetica, però, colpisce anche i produttori e non solo gli automobilisti. Produrre auto costa di più e tali aumenti si riversano sugli utenti finali, nella maggior parte dei casi. Da notare, inoltre, che all’orizzonte c’è un’ulteriore possibile crisi con cui il settore automotive rischia di dover fare i conti: la carenza di vetro per auto. Tutto ruota intorno al costo di produzione del vetro per auto che richiede una lavorazione ad alta temperatura, sempre più difficile con i costi attuali delle materie prime. Ecco cosa sta succedendo:

La crisi energetica pesa anche sul vetro

L’autunno alle porte rischia di essere ricordato per una crisi energetica senza precedenti, almeno in Europa. La ben nota situazione geo-politica, infatti, si traduce in aumento vertiginoso dei costi delle materie prime energetiche che, a sua volta, si riflette anche sul settore automotive. Produrre auto costa di più (per via dell’aumento del costo dell’energia elettrica essenzialmente), ma anche reperire materie prime a prezzi sostenibili diventa difficile.

Una delle ultime “novità” del settore automotive riguarda la possibile carenza di vetro per auto. Questa possibile crisi rischia di paralizzare il settore delle quattro ruote in Europa per via dell’impossibilità di completare l’assemblaggio delle vetture a causa dell’assenza di un quantitativo di pannelli di vetro sufficiente per soddisfare l’enorme domanda del settore automotive europeo.

Un recente report del Wall Street Journal fotografa la difficile situazione dell’industria del vetro in Europa. Produrre il vetro per scopi commerciali (e quindi non solo per il settore auto) presenta costi molto più elevati che in passato, in particolare per i produttori europei che devono fare i conti con un costo delle materie prime alle stelle.

Quest’elemento potrebbe diventare un fattore determinare per l’avvio di una nuova crisi del settore auto con uno scenario paragonabile a quello della crisi dei chip. Non si tratta di una mancanza di materie prime ma di un problema di costi di produzione che rischia di tradursi in un aumento a cascata per diversi settori.

Nel caso in cui la produzione di vetro diventi insostenibile in Europa (per via dei costi troppo alti), i fornitori dei costruttori di auto potrebbero ritardare o addirittura cancellare gli ordini causano un blocco dell’intera filiera automotive europea. Con meno vetro per auto a disposizione, infatti, sarà possibile produrre meno vetture. I produttori, quindi, potrebbero ancora una volta favorire la produzione delle auto di fascia alta (in grado di garantire profitti maggiori) allungando i tempi di consegna per le auto più economiche ed alla portata di tutti i produttori. Questa tendenza potrebbe tradursi in un ulteriore rallentamento del mercato auto europeo, già alle prese con vendite ben al di sotto dei risultati degli anni passati.

Volkswagen si porta avanti

L’esperienza con la crisi dei chip, che oramai va avanti da almeno un paio d’anni, ci insegna che poter contare su scorte sufficienti è fondamentale per affrontare un periodo d’emergenza e continuare la produzione regolare. I costruttori del settore auto, quindi, per affrontare il possibile peggioramento della crisi del vetro, potrebbero giocare d’anticipo.

Il caso esemplificativo è rappresentato dalle scelte del Gruppo Volkswagen, riportate dal report del WSJ. Il gruppo tedesco, che si contende la leadership del mercato auto globale ed è leader indiscusso sia per unità vendute che per unità prodotte in Europa, rischia pesanti conseguenze da una possibile carenza di vetro.

Di conseguenza, il colosso tedesco, che ha appena cambiato CEO, in via preventiva, starebbe facendo scorte di vetro, con l’obiettivo di farsi trovare pronto per eventuali crisi produttive dell’industria del vetro. Si tratta di una mossa che prova ad anticipare un peggioramento della situazione nel corso dei prossimi mesi.

Oltre a fare scorte, Volkswagen starebbe stringendo nuovi accordi di partnership con produttori extra europei che, agevolati dal prezzo più basso dell’energia, non dovrebbero registrare problemi di produzione nel corso del prossimo futuro. Muovendosi su questo “doppio binario” Volkswagen punterà ad evitare gli effetti negativi di una crisi del vetro su scala globale.

Il caso Volkswagen potrebbe essere solo uno dei tanti esempi del modo di affrontare un possibile peggioramento della crisi energetica e dei suoi effetti sulla filiera del vetro. Altri costruttori, in questo momento, potrebbero essere al lavoro su progetti simili, cercando di mettere al sicuro una “materia prima” la cui disponibilità, fino a pochi mesi fa, era data per scontata.

Con l’aumento del costo dell’energia, però, tante certezze per l’industria auto sono da rimettere in discussione. Anche la questione del vetro diventa prioritaria per evitare blocchi produttivi che si ripercuoterebbero su tutto il settore delle quattro ruote. I prossimi mesi ci diranno con precisione quanto è grave questa possibile crisi e quali produttori saranno riusciti ad affrontarla nel modo giusto.

Il vetro è solo uno dei problemi

Il caso del vetro chiarisce come i problemi da tenere in considerazione per il settore automotive siano diversi. Anche la carenza di un solo componente di una vettura, infatti, rischia di bloccare un intero sistema produttivo o di costringere un produttore a dover scegliere tra più modelli quale produrre e quale, invece, rimandare a data da destinarsi.

Negli ultimi due anni, la crisi principale per il settore automotive è stata quella della carenza di semiconduttori, oramai componenti chiave per l’industria delle quattro ruote. Diversi produttori sono stati costretti a stoppare la produzione, rimandare progetti e tagliare i target per via della mancanza di un quantitativo sufficiente di chip.

Ad oggi, la crisi dei chip è ancora lontana dall’essere risolta. Per il settore automotive, infatti, la strada da fare per ritornare ad una condizione di equilibrio tra domanda e offerta, almeno per quanto riguarda i chip, potrebbe essere ancora molto lunga. In ogni caso, il problema viene gestito dai produttori che, dopo le difficoltà iniziali, stanno trovando la quadra, spesso riuscendo a ridurre la produzione senza danneggiare i profitti.

Il vetro potrebbe essere la prossima “crisi” ma all’orizzonte i problemi con le forniture di materie prime per il settore auto potrebbero essere molteplici. L’elettrificazione del settore con il passaggio alle auto elettriche, infatti, apre nuove sfide. Nel corso dei prossimi anni, infatti, si registrerà un notevole incremento del numero di auto a zero emissioni. Questa crescita comporterà la necessità di incrementare la produzione di batterie.

Raggiungere quest’obiettivo non sarà semplice. Ancora una volta, infatti, il settore delle quattro ruote rischia di dover fare i conti con la carenza di materie prime. Le batterie per auto elettriche, infatti richiedono una lunga serie di materiali per il completamento dell’assemblaggio. Dal litio al nichel passando per la grafite ed il cobalto.

Rispetto agli anni passati, servirà una quantità nettamente superiore di questi materiali, con uno sfruttamento intensivo delle miniere esistenti e, molto probabilmente, l’apertura di nuove fonti d’approvvigionamento. La possibilità di elettrificare in modo completo il settore delle quattro ruote, quindi, passa anche dalla risoluzione di un nuovo “problema” con le materie prime.

Nel prossimo futuro, inoltre, non è detto che non si ponga, per il settore auto, nuove sfide di questo tipo da risolvere. Dai chip ai componenti delle batterie per auto elettriche e fino ad arrivare al vetro, le auto richiedono un gran numero di materie prime per l’assemblaggio. Il settore dovrà guardare con attenzione a quelle che potrebbero le nuove possibili carenze nel corso dei prossimi anni.