Enjoy potenzia la sicurezza sulle auto dopo i furti a Roma

Eni-Enjoy ha potenziato i sistemi di sicurezza a bordo delle sue auto in car-sharing dopo la razzia di Fiat 500 a Roma. I ladri sono finiti in carcere e adesso i furti dovrebbero essere meno facili.

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a cura di Pino Bruno

Rubare le auto del servizio di car-sharing di Eni-Enjoy non sarà più un'impresa così facile. L'azienda ha già potenziato i suoi sistemi di sicurezza durante le indagini sulla razzia di Fiat 500 rosse nella capitale. I delinquenti che in sei mesi hanno fatto sparire un centinaio di auto, destinate per lo più al mercato clandestino dei pezzi di ricambio, sono dietro le sbarre per merito dei carabinieri.

Enjoy car sharing

Eni-Enjoy ha detto a Tom's Hardware che adesso i sistemi di geolocalizzazione a bordo sono tre, compresa una black box che monitora costantemente tutte le informazioni di guida e non soltanto il movimento sulla mappa. Inoltre l'invio del segnale satellitare alla centrale operativa è molto più frequente rispetto alle otto ore precedenti. Era una scelta quasi obbligata, per evitare che la batteria si scaricasse in caso di soste prolungate. Adesso, dopo gli opportuni interventi tecnici, il ping è costante. Insomma, è stata rivisitata la componente automotive per rendere la vita più difficile ai ladri, dopo una batosta che ha causato danni per più di un milione e mezzo di euro.

La banda finita in carcere aveva competenze tecnologiche. Nella nota stampa dei carabinieri si legge che d'accordo con gli investigatori, durante le indagini, la società titolare del servizio ha deciso di installare un ulteriore sistema di geo-localizzazione all'interno delle Fiat 500, grazie al quale sono stati raccolti importanti elementi di prova e fermati alcuni complici degli odierni arrestati. Tuttavia, gli indagati, dotandosi di apparecchiature all'avanguardia, riuscivano ad individuare e manomettere anche il secondo sistema di geolocalizzazione, gettandolo per strada nei pressi del luogo del delitto.

fiat 500 enjoy

In prima battuta - raccontano i carabinieri - gli indagati creavano un account sul portale www.enjoy.eni.com intestati fittiziamente ad altre persone, cui avevano fraudolentemente carpito dati anagrafici, numero dei documenti di guida, utenze telefoniche e numero di carte di credito. In questo modo riuscivano ad entrare in possesso delle Fiat 500 nel loro mirino, nelle quali manomettevano il computer di bordo con il relativo dispositivo di geo-localizzazione, rendendole invisibili alla sala operativa dell'azienda. A questo punto il gioco era fatto: la 500 veniva trasportata nel napoletano, smontata rapidamente in tutte le sue componenti e avviata al mercato parallelo dei pezzi di ricambio.

Eni-Enjoy ha fatto tesoro della brutta esperienza. Certo, se fossero i produttori di auto a porsi il problema dei furti, blindando i geolocalizzatori in parti della carrozzeria inaccessibili ai ladri se non con la fiamma ossidrica, saremmo tutti più contenti.