Ferrari: spunta un brevetto per propulsori ad aria compressa

Ferrari ha brevettato un sistema a propulsori alimentati ad aria compressa, per auto più veloci e stabili grazie al carico aerodinamico.

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a cura di Francesco Daghini

Potrà sembrare incredibile ma è tutto vero: Ferrari ha brevettato un sistema di propulsione basato su dei jet che sparano aria compressa al fine di aumentare la velocità o ridurre lo spazio di frenata, o addirittura migliorare il carico aerodinamico dell'auto - presentato nel 2019, solo negli ultimi giorni sono apparse online le prime immagini ufficiali che ci raccontano di questo interessante sistema.

Secondo quanto riportato nei documenti, il sistema messo a punto da Ferrari aggiungerebbe 40/45 kg di peso all'auto e necessiterebbe di aria compressa a una pressione molto alta, tra i 700 e i 900 bar: per assicurare una spinta costante da questi propulsori, Ferrari ha pensato a un sistema di bocchette a dimensione variabile, così che al diminuire della pressione interna al serbatoio - man mano che l'aria viene rilasciata - la bocchetta si allarga e si assicurano le stesse prestazioni di spinta. Secondo i calcoli di Ferrari, la spinta offerta da questo sistema dovrebbe essere di circa 5000 newton.

Come potete vedere dalle immagini che vi riportiamo, l'impianto non si trova solo nella parte posteriore perché appunto non è pensato solo per aumentare l'accelerazione: vediamo propulsori sotto l'auto, nella parte frontale e addirittura sul tetto, così da assicurare la giusta spinta nella direzione richiesta.

Per quanto riguarda la ricarica dell'aria compressa, Ferrari ha pensato di installare un compressore alimentato da una delle due assi ruota in combinazione con uno scambiatore di calore per mantenere la densità dell'aria quanto più alta possibile; in sostanza il sistema viene alimentato dall'energia prodotta in frenata, che verrà quindi restituita all'auto sotto forma di aria compressa per curve più precise e veloci. In alternativa si potrà anche caricare l'aria compressa tramite una porta di ricarica, ma questa soluzione è ovviamente meno affascinante.

Infine, i documenti del brevetto accennano anche a un'altra possibilità, tecnicamente più semplice da implementare poiché non necessita di aria compressa: gli stessi propulsori potrebbero essere adattati per l'utilizzo di carburante - lo stesso che si usa per alimentare l'auto - così da eliminare i problemi dati dall'alta pressione richiesta per l'utilizzo di semplice aria. Chissà se vedremo mai questi sistemi su veicoli omologati per l'utilizzo stradale.