Greenpeace contraria alle scelte di mercato di Toyota

Cattive notizie per Toyota, uno dei primi brand ad aver abbracciato la tecnologia ibrida; per Greenpeace sarebbe uno dei brand meno green attualmente.

Avatar di Luca Rocchi

a cura di Luca Rocchi

Managing Editor

C'è stato un periodo in cui sembrava che le case automobilistiche giapponesi fossero in prima linea nell'elettrificazione e nei veicoli più green per l'ambiente, ma un nuovo studio di Greenpeace che classifica le case automobilistiche di tutto il mondo in base al loro sforzo climatico dimostra quanto le cose siano cambiate. Soluzioni come Toyota Prius, Honda Clarity e Nissan Leaf hanno contribuito a mettere gli ibridi su strada, ma ciascuna di queste case automobilistiche è stata più riluttante ad abbracciare i veicoli elettrici, almeno, non alla velocità dei loro rivali europei, coreani e americani. Greenpeace non ha usato mezzi termini nel definire questi costruttori, posizionandoli nelle retrovie. 
 

A ciascuna delle principali case automobilistiche è stato assegnato un punteggio in base a fattori quali la decarbonizzazione della catena di approvvigionamento, le vendite nel 2021 di veicoli a emissioni zero, l'eliminazione graduale dei modelli a combustione e la riduzione delle risorse e l'efficienza. Toyota si è classificata ultima, seguita da Honda e Nissan. Il punteggio non sorprende, soprattutto se consideriamo che bZ4X è l’unica elettrica di Toyota in vendita negli Stati Uniti; GM, dal canto suo, vanta invece già due vetture elettriche e ne arriveranno di nuove già nei prossimi mesi. L'organizzazione ambientale ha chiesto a tutte le case automobilistiche di accelerare lo sviluppo dell'acciaio a zero emissioni di carbonio e di acquistare acciaio a basso tenore di carbonio. Per Greenpeace, un rimedio veloce sarebbe quello di produrre meno SUV, in quanto richiedono fino al 20% di acciaio in più rispetto ad una berlina più tradizionale. 

Nessuna delle dieci case automobilistiche prese in esame ha un obiettivo specifico di decarbonizzazione dell'acciaio, sebbene rappresenti oltre il 50% del peso della vettura. E il resto della classifica? Il gruppo VW è in cima, seguita da Mercedes grazie anche alla graduale rimozione dei suoi propulsori V8, e da Ford. Hyundai/Kia, Renault e Stellantis occupano rispettivamente la quinta, sesta e settima posizione nella classifica di Greenpeace. Greenpeace ha affermato che, sebbene alcuni costruttori abbiano svolto un buon lavoro per favorire la crescita del mercato dei veicoli elettrici a batteria, c’è ancora molto da fare per soddisfare la proposta di regolamento dell'Unione Europea per interrompere la vendita di auto a combustione interna.