Honda, il CEO parla del futuro del motore a scoppio

Honda guarda al futuro elettrico, ma il CEO esprime qualche dubbio: prosegue anche la ricerca sui carburanti alternativi e non solo.

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a cura di Francesco Daghini

Non è certo un segreto che le case automobilistiche giapponesi siano un po' indietro sull'elettrificazione rispetto alla concorrenza, questo anche a causa di forti dubbi sulla possibilità di cambiare così radicalmente le tecnologie di mobilità in un lasso di tempo così ristretto: in una recente intervista rilasciata Reuters il CEO di Honda, Toshihiro Mibe, ha parlato del futuro della mobilità, sia elettrica sia endotermica, dando la sua opinione su quello che sarà e che dovrà essere il futuro della mobilità.

La prima argomentazione è molto diffusa e l'abbiamo sentita in ogni salsa: "L'infrastruttura di ricarica non è pronta a soddisfare le necessità dei nostri clienti", un argomento che è sì molto frequente ma che è anche importante ripetere fino alla nausea per far capire ai governi mondiali che non si può spingere per un passaggio alla mobilità elettrica finché almeno questo aspetto non sarà preso seriamente.

Mibe, parlando invece del futuro del motore a scoppio, ha affermato che a suo avviso sarà impossibile vederne l'uscita di scena prima del 2040, se non addirittura oltre.

"Ho lavorato nell'ambito dello sviluppo di motori per più di 30 anni, la transizione elettrica è una piccola minaccia per me ma devo separare le mie sensazioni personali da quello che è il futuro dell'industria automobilistica."

Nonostante i dubbi del suo CEO, Honda sta investendo milioni di dollari nell'elettrificazione, principalmente negli Stati Uniti dove ha dato vita a una joint venture insieme a LG Energy per aprire una fabbrica per la produzione di batterie che dovrebbe aprire i battenti nel 2025.

A differenza di altre realtà concorrenti, Honda ha deciso di però di non concentrarsi esclusivamente sull'elettrificazione e continuerà a fare ricerca su strade alternative come quella rappresentata dai carburanti sintetici, ad oggi ancora ben lontani da un prezzo che gli permetta di essere competitivi sul mercato.