I bus elettrici sono ormai una realtà un po' ovunque, sia nei piccoli centri che nelle grandi città, eppure appena 7 anni fa, durante una conferenza industriale in Belgio, furono molti a deridere il prototipo mostrato dall'azienda cinese BYD. Ora quel "giocattolo" - dice Bloomberg - sta facendo piangere l'industria petrolifera, grazie a un abbattimento sensibile del fabbisogno di carburante, che sta sottraendo guadagni preziosi.
A guidare questa rivoluzione c'è soprattutto la Cina, che attualmente possiede il 99% dei 385mila bus elettrici presenti nel mondo nel 2017, che costituiscono il 17 % dell'intera flotta nazionale. A quanto pare inoltre, stando al report di Bloomberg New Energy Finance, ogni 5 settimane le città cinesi aggiungono 9500 veicoli ad emissioni zero alla propria flotta, l'equivalente dell'intera flotta metropolitana della città di Londra.
BYD calcola che da quando i propri autobus elettrici hanno iniziato a essere utilizzati in alcune delle più trafficate città del mondo, abbiano percorso 17 miliardi chilometri, evitando di consumare 6,8 miliardi litri di carburante e di produrre 18 milioni di tonnellate di biossido di carbonio, in pratica l'equivalente annuale dell'inquinamento prodotto da 3,8 milioni di automobili.
Ma la Cina non è l'unica nazione ad aver adottato tali politiche: grandi metropoli come Londra, Parigi, Città del Messico e Los Angeles infatti hanno deciso di perseguire l'obiettivo zero emissioni per il trasporto, pubblico e privato, entro il 2025.
La sola rete di trasporto pubblico londinese consuma circa 1,5 milioni di barili all'anno di carburante. Se l'intera flotta divenisse elettrica, abbatterebbe i consumi di 430 barili al giorno riducendo il consumo di gasolio del Regno Unito di circa lo 0,7 per cento, secondo le stime di Bloomberg.
Tutto ciò dunque sta iniziando ad avere un impatto visibile sulla domanda mondiale di carburante, molto maggiore rispetto a quello dovuto alla vendita di auto elettriche come quelle prodotte da Tesla, Nissan e Toyota, soprattutto tenendo conto che un autobus consuma circa 30 volte più carburante di un'auto di dimensioni medie.
Insomma la rivoluzione ormai è iniziata, ma a portarla avanti non sono tanto le automobili destinate al mercato consumer, quanto il settore del trasporto pubblico. Quel che più conta comunque è che tutto ciò non potrà che migliorare sensibilmente la qualità dell'aria nel mondo nel prossimo decennio. Peccato soltanto che, come al solito, qui da noi le cose vadano molto più a rilento: l'Italia infatti non figura nemmeno nella top 10 europea per il 2017 delle flotte di bus elettrici, che ha in testa il Regno Unito e in coda la Francia.