Il tasto di accensione in auto: evoluzione di lusso e funzionalità

Il sistema risale a più di un secolo fa ma negli ultimi 20 anni è tornato di moda, prima su auto lussuose e ora su tantissimi modelli.

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a cura di Francesco Daghini

Il lusso nel mercato automobilistico è in continua evoluzione, così che quelle che anni fa erano feature dedicate solo a una certa fascia di auto oggi sono molto più comuni e accessibili ai più; un esempio lampante è quello del tasto di accensione che sostituisce la chiave, che negli ultimi anni sta diventando sempre meno chiave e sempre più telecomando, da tenere in casa o posizionare nel suo slot dedicato una volta saliti a bordo.

Mi ricordo la prima volta che ho provato un’auto dotata di tasto di accensione, ricordo la sorpresa e la rapidità con cui mi sono abituato al sistema, che non aggiunge una vera e propria funzione ma rende più semplice e immediata un’azione fondamentale quando si sale in auto – l’accensione del motore.

Semplicità e immediatezza di utilizzo sono due aspetti importantissimi nello sviluppo delle auto moderne, e non a caso questo sistema di accensione che prevede solo la pressione di un tasto (più la contemporanea pressione del pedale del freno, nella maggior parte dei casi) si sta diffondendo su tantissimi modelli di auto anche di fascia economica – di recente l’ho trovato anche sulla Dacia Duster di cui abbiamo pubblicato la recensione.

L’accensione tramite pulsante semplifica un sistema che precedentemente era un po’ più complicato anche per il produttore – basti pensare all’unicità di ogni singola chiave da associare al relativo blocchetto – e rende quindi più rapido ed economico il processo di assemblaggio; è strano pensare però a quanta poca fantasia i produttori di auto hanno applicato nell’integrazione di questo pulsante, che in rarissimi casi si sposta dalla classica posizione a destra dietro al volante, dove normalmente si inseriscono le chiavi. Mi viene in mente Lamborghini Urus, che ha il tasto di accensione nel centro della console, protetto da una copertura rossa che pare uscita da un film di aerei da guerra: in questo caso non si parla certo di un’auto alla portata di tutti, ma sarebbe interessante vedere soluzioni più fantasiose per quanto riguarda l’integrazione di questo pulsante.

L’avvento della mobilità elettrica ha senza dubbio dato un’ulteriore spinta alla diffusione del tasto di accensione, anche se sui modelli endotermici la funzione è molto più evidente e di immediata comprensione: sulle auto elettriche il pulsante serve ad accendere comunque l’auto, anche se la differenza è meno notabile tanto che in alcuni casi – come sulle Tesla più recenti e sulla Volvo XC40 Recharge che abbiamo provato qualche settimana fa – il tasto è stato completamente rimosso, e l’auto viene automaticamente accesa quando si muove il selettore delle marce per cominciare il proprio tragitto.

Sempre restando sul tema dei veicoli elettrici, ci sono casi in cui la presenza del tasto è importante anche per una questione di sicurezza: è il caso delle moto elettriche, che necessitano di un comando molto evidente per tagliare la trazione al motore per evitare spiacevoli incidenti in caso di distrazione – non avendo la possibilità di mettere la moto in folle, è fin troppo facile girare per errore l’acceleratore quando si stanno facendo manovre da fermo, con il rischio di buttare per terra la moto.

Per anni ho pensato che i sistemi di accensione a pulsante fossero un’invenzione recente, ma in realtà una delle prime auto a disporre di questa funzione risale addirittura a più di un secolo fa: si tratta della Cadillac Model 30 del 1912, anche se in quel caso il tasto non serviva a semplificare la funzione di accensione che era molto complicata in ogni caso, e richiedeva il corretto rapporto di carburante e aria, e soprattutto il giusto timing sulla scintilla emessa dalla candela. Pur trattandosi di un sistema diverso da quello attuale – all’epoca non c’erano proprio le chiavi sulle automobili – la Cadillac Model 30 è uno dei primi esempi nella storia dell’automobilismo di auto con accensione a pulsante.

Con la diffusione delle automobili si è cominciato a pensare a come fare per proteggerle dai furti, e per un certo periodo l’industria ha optato per una soluzione molto semplice: la chiave serviva ad aprire uno sportellino che nascondeva il tasto di accensione, e solo successivamente – intorno agli anni ’50 – si è passati a utilizzare la chiave per l’accensione. Come tutte le buone idee, anche questa ha fatto il giro ed è tornata in una veste ancor più moderna verso la fine degli anni ’90, con la Classe S del 1998 che è ricordata come una delle prime auto moderne a disporre di questa funzione.

In altri casi la soluzione trovata è stata diversa, come avvenuto nel caso della Citroen Xantia alla fine degli anni ‘90 o di diversi modelli Ford, anche molto recenti: lo sblocco del sistema di accensione – o addirittura l’apertura stessa delle portiere – avviene tramite un codice da inserire su un tastierino numerico dedicato, così da rendere assolutamente superflua la chiave in tutte le sue forme. Oggi la chiave può anche essere sostituita da un’applicazione sullo smartphone, ma esistono dei casi – come quando si fa sport – in cui non si vuole avere addosso nemmeno il telefono, ed è lì che il tastierino numerico diventa una funzionalità impareggiabile.

Attenzione però, perché non è tutto rose e fiori con il pulsante di accensione che sostituisce la chiave; negli ultimi anni ci sono stati diversi episodi di avvelenamento da monossido di carbonio o per collisioni causate da veicoli lasciati accesi proprio a causa del tasto di accensione. Sui modelli modernissimi non mancano i segnali acustici di avviso, e se si prova a scendere dall’auto dimenticandosi di spegnerla si verrà prontamente richiamati da suoni insistenti, così da evitare situazioni spiacevoli. E’ il rovescio della medaglia dei sistemi sempre più semplici da utilizzare, diventano così semplici e apparentemente intelligenti al punto che ci si dimentica di passaggi fondamentali come lo spegnimento dell’auto.

Come anticipato poche righe fa, l’avvento della mobilità elettrica sta modificando l’approccio delle case automobilistiche ai sistemi di accensione delle auto, anche se il pulsante che riporta le parole Start e Stop è ancora presente sulla maggior parte delle auto elettriche. In alcuni casi, come sulla Volkswagen ID.4, il tasto di accensione è presente ma il suo utilizzo è opzionale (come chiaramente riportato sul manuale dell’auto), e si può decidere di usare semplicemente il selettore delle marce dopo aver aperto la macchina tramite il fob o con il proprio smartphone; in altri casi invece, il tasto sparisce completamente e appena saliti in macchina si può impostare la marcia in ‘D’ e partire – un sistema che ho imparato ad apprezzare in pochissimo tempo passato alla guida di Volvo XC40 Recharge.

Con il tasto di accensione che sembra destinato a sparire, o comunque ad avere sempre meno rilevanza a livello tecnico, ci sono altri elementi che oggi si associano facilmente ad auto lussuose e dalla ricca dotazione. I cerchi in lega stanno diventando sempre più grandi e appariscenti, anche se pure quelli oggi sembrano in pericolo a causa delle auto elettriche, che per ottimizzare al massimo l’autonomia necessitano di cerchi più piccoli e con poche aperture, a favore dell’aerodinamicità.

Ma il verso lusso oggi lo si vede sugli interni, sempre più un tripudio di tecnologia e di display integrati dappertutto, dagli specchietti sostituiti da telecamere dell’Audi etron, passando per l’immenso display che si trova a bordo della Mercedes EQS, oggi le auto sono sempre più dei computer su ruote, in grado di guidare, supportare e addirittura intrattenere i suoi occupanti nei modi più disparati.

Negli anni a venire vedremo senza alcun dubbio una rapida diffusione del tasto di accensione al posto del blocchetto delle chiavi anche su auto economiche, prima che l'elettrico prenda completamente il sopravvento e faccia sparire per sempre questa necessità.