Inizia la presidenza Trump, i temi hi-tech che gli premono

Verso le 16.00 di oggi ci sarà l'insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca. C'è molta curiosità per la sua politica in ambito digitale e hi-tech. Ecco una sintesi di alcune sue posizioni.

Avatar di Elena Re Garbagnati

a cura di Elena Re Garbagnati

Oggi è il giorno dell'insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca. Il tycoon diventerà il 45mo Presidente degli Stati Uniti d'America e, come sottolineano gli esperti di politica statunitense, il passaggio di consegne con il Presidente uscente Barack Obama è uno dei più tesi della storia.

cb trump0026 1339612561 24d3cacc747a2d4eacffdcac35fa37b73

Nei 70 giorni che ha appena trascorso in qualità di Presidente eletto ha chiuso il cerchio delle nomine del suo staff, ha tenuto colloqui con le aziende più importanti dell'hi-tech, e ha messo in chiaro alcuni punti di quella che sarà la sua idea per i prossimi 4 anni alla guida degli Stati Uniti.

Vediamo quindi cosa ci si potrebbe aspettare nei settori che hanno più affinità con il settore tecnologico e digitale, basandoci sulle notizie uscite di recente e sui numerosi messaggi diffusi da Trump tramite i social.

Un mercato sempre meno globale?

Al momento non c'è ancora nulla di definitivo, quindi prima di dare tutto per scontato aspettiamo che vengano promulgate leggi effettive. L'idea però sembra chiara: tutelare il mercato interno con tutti i mezzi possibili. Per farlo Trump sembra fortemente indirizzato verso una politica di restrizioni sull'import. Non a caso parla di rinegoziare i trattati TPP (Trans-Pacific Partnership) e ritirare gli Stati Uniti se i negoziati non fossero soddisfacenti. E ci sono state tensioni con la Cina a seguito di un tweet in cui Trump ha snocciolato in maniera poco "politically correct" tre domande clou: 

"La Cina ci ha mai chiesto se fosse OK per noi che svalutassero la loro moneta (rendendo più difficile la competitività delle nostre aziende), tassare pesantemente i nostri prodotti nel loro paese (l'America non tassa i loro), o costruire un grande complesso militare nel mezzo del mar della Cina? Io non credo proprio!".

 

1383670948067

Passiamo ai visti H-1B e alle politiche di immigrazione. Negli Stati Uniti, così come in molti altri paesi, c'è una parte dell'immigrazione che riguarda personale qualificato, assunto dalle aziende che sono alla ricerca di particolari profili professionali. Trump intende osteggiarla aumentando le tasse alle persone in possesso del visto H-1BS. L'idea è quella di spingere le aziende a impegnarsi di più nella ricerca di personale qualificato americano, e di attingere sempre meno dall'estero. E dall'altra parte a scoraggiare gli stranieri a trasferirsi negli USA.

Una presa di posizione che preoccupa molti, secondo i quali il risultato non sarebbe una maggiore occupazione e crescita economica per gli USA, ma l'opposto. Secondo fonti citate da Newsweek, per esempio, almeno un quarto delle aziende tecnologiche che ha aperto tra il 1995 e il 2005 è stata fondata da immigrati. Mettere un freno in questo senso potrebbe mettere a disposizione dei cittadini statunitensi una lista più corta di aziende in cui cercare lavoro.

Trump e la Silicon Valley

Dopo una campagna elettorale da cui è emersa un'aperta ostilità della Silicon Valley nei confronti dei proclami di Donald Trump - critico verso le aziende che producono in Cina - c'è stato un primo abboccamento che sembra aver stemperato i toni.

Leggi anche: I big del settore hi-tech a rapporto da Donald Trump

A metà dicembre Donald Trump ha incontrato il gotha del mondo tecnologico in un meeting che si è svolto presso la Trump Tower di New York. Da quel meeting sono usciti tutti piuttosto soddisfatti, e sembra che i rapporti si siano distesi. È però troppo poco per dire che saranno tutte rose e fiori nei prossimi quattro anni, almeno, di presidenza.

copertina 463dd153f10c5d7b7560fb91d10e46e41

Infatti da un rapporto della Information Technology & Innovation Foundation dello scorso novembre emerge che Trump non si è ancora esposto su molti temi che sono cari all'industria hi-tech, ma lo ha fatto su altri, ad esempio la sicurezza.

La questione sicurezza

net neutrality 9c7b9fc68399026a1a491a9e0477e2b03

Il tycoon vuole rafforzare le difese degli Stati Uniti a ogni livello, aumentare il controllo, e questo potrebbe avere effetti deleteri sulla crittografia, argomento peraltro già al centro della presidenza Obama.

Donald Trump si schierò con i giudici, contro Apple, quando scoppiò il caso dello sblocco dell'iPhone dell'attentatore di San Bernardino. In ogni caso si preannunciano grandi investimenti nella cybersicurezza, a suo dire un settore carente (come dimostrano i recenti casi di hacking da parte di Russia e Cina).

Leggi anche: Io Donald Trump, la sicurezza informatica e lo Spazio

Produzione interna

C'è poi l'annosa questione della produzione domestica. Com'è noto molte aziende, soprattutto in ambito hi-tech ma anche per esempio nel settore auto, tendono a produrre all'estero per contenere i costi.

Da una parte questo permette loro d'incassare maggiori profitti e di essere più concorrenziali dal punto di vista dei prezzi al dettaglio, dall'altro comporta un inevitabile calo delle fabbriche nazionali. La soluzione di Trump è di forzare la mano alle aziende statunitensi sulla produzione interna.

Leggi anche: Trump: "Apple torna a produrre i tuoi dannati PC in USA!"

Un approccio che da una parte potrebbe aumentare i posti di lavoro, dall'altro svantaggiare alcuni settori produttivi. Per esempio secondo la società di ricerca Strategy Analytics se l'iPhone venisse prodotto negli USA - a costi più alti - probabilmente meno cittadini statunitensi potrebbero permettersi di comprarlo e sicuramente Apple guadagnerebbe meno. Secondo calcoli pubblicato da Cnet un iPhone prodotto "in casa" costerebbe 900 dollari invece dei 650 dollari attuali.

cook foxcoon 0228ed40246a183663e3a9ec23fbc66a8

Bloomberg aggiunge che per beneficiare degli incentivi le aziende potrebbero trovarsi nella spiacevole posizione di usare tecnologie antiquate a costi elevati, restando indietro rispetto a quelle che se ne infischiano e continuano a produrre all'estero.

Non meno importante il fatto che la Cina potrebbe reagire alzando i dazi su alcuni prodotti di provenienza statunitense e fondamentalmente mettere nei guai la stessa amministrazione Trump.

La questione delle tasse

Trump potrebbe costituire un freno all'innovazione (poi sarà da vedere se in effetti il risultato sarà quello temuto dagli analisti) ma la sua intenzione di ridurre le aliquote sulle imposte delle società è visto come un impulso per il settore hi-tech.

Leggi anche: Trump a Apple: taglio delle tasse se produrrete negli USA

Un altro punto da dirimere è senz'altro l'intenzione di rinegoziare i trattati commerciali con gli altri paesi, a cui abbiamo accennato sopra. Apple e altre aziende producono in Cina e un conflitto tra i due paesi potrebbe giocare a sfavore dei grandi colossi IT. Di certo potrebbe piacere alla Silicon Valley la riduzione delle tasse interne e la sua fermezza nel trovare soluzioni per riportare negli Stati Uniti gli enormi capitali all'estero delle aziende statunitensi.

A ogni modo siamo ancora all'inizio, nel periodo dell'idillio, tanto che Trump ha definito il CEO di Apple Tim Cook "una persona che ama questo paese e a cui piacerebbe fare qualcosa di grande". Cook si sarebbe esposto, seppur timidamente, dicendo di avere "un occhio aperto" verso un possibile spostamento della produzione di prodotti Apple negli Stati Uniti. Chiaramente dovranno esserci le condizioni. E su questo Trump dovrà lavorare sodo.

Come ammette Rob Atkinson, presidente della Information Technology & Innovation Foundation (ITIF), c'è una buona probabilità che il denaro risparmiato dalle tasse possa essere investito negli Stati Uniti. Tuttavia ci sono dei precedenti che non sono del tutto positivi al riguardo: nel 2004 gli Stati Uniti permisero alle aziende statunitensi di riportare in casa i profitti fatti all'estero, sperando che così avrebbero assunto più dipendenti locali. Il risultato pratico però fu che la maggior parte del denaro finì nelle tasche di dirigenti e azionisti.

Oneri di dogana

73f607d9b95b686cf8d2a916be8192553 9fc50ec4079c033b1f1dceab5f584bb00

Un altro punto su cui Trump sembra irremovibile sembra l'intenzione di ripristinare alte tasse sull'importazione dei prodotti. Potrebbe favorire l'acquisto di prodotti locali penalizzando le aziende estere e favorendo quelle statunitensi. Ma potrebbe anche far salire i prezzi al consumo sui beni tecnologici.

Il mercato auto

Il neo presidente degli Stati Uniti ha preso di mira, oltre che alcune aziende hi-tech, anche quelle del settore auto. Trump ha infatti annunciato che intende porre il super-dazio del 35% per le auto prodotte in Messico. Toyota è subito corsa ai ripari annunciando un mega investimento di 10 miliardi di dollari (9,4 miliardi di euro) nei prossimi 5 anni nelle fabbriche produttive che possiede negli Stati Uniti. Ford ha seguito a ruota comunicando uno stanziamento pari a 700 milioni di dollari per lo stabilimento di Flat Rock, in Michigan.

f329aa971b22953564bcf0b14bc4dde4 03bb770398f2540254184c78aee5e44b9

Fiat Chrysler ha approfittato del salone di Detroit per annunciare investimenti negli Stati Uniti per 1 miliardo di dollari e 20.000 posti di lavoro, incassando i complimenti di Trump. Unica fuori dal coro al momento è BMW, che sembrerebbe intenzionata a portare avanti le fabbriche messicane.

Altri settori

Fra i settori che non abbiamo finora preso in esame ce ne sono alcuni relativi all'ambito IT, ma su cui Trump non ha ancora preso una posizione. Un esempio è quello della banda larga e telecomunicazioni. I dibattiti si concentrano attualmente su una serie di questioni, tra cui i metodi di gestione dei diritti, le norme sulla neutralità della rete, i programmi per stimolare l'adozione e l'uso di Internet. Sulla maggior parte Trump non si è ancora espresso.

Un'indicazione di massima però può arrivare dalle notizie di ieri, quando in relazione alla fusione tra AT&T e Time Warner il tycoon ha abbandonato le ostilità manifestate in passato e ha aperto al dialogo dichiarando che "in passato ho dichiarato che si tratta di un accordo troppo grande per poter mantenere competitivà. Ma non ho ancora visto niente: sono sicuro che i termini verranno presentati a me e al governo".

Le posizioni di Trump

Innovazione, ricerca e sviluppo
Fondi federali per ricerca & sviluppo Nessuna posizione. Il Presidente ha però manifestato l'intenzione di destinare i fondi principalmente alle sfide attuali (come la creazione di infrastrutture), piuttosto che a ricerche scientifiche che riguardano il futuro o a missioni spaziali.
Trasferimento di tecnologie e commercializzazione Nessuna posizione.
Supporto a startup e piccole imprese Nessuna posizione.
Riforma del sistema dei brevetti Nessuna posizione.
Istruzione
Immigrazione di lavoratori stranieri altamente specializzati. Ha suggerito di legare le decisioni per i prestiti agli studenti alle prospettive lavorative post-laurea, favorendo così specializzazioni con le migliori previsioni salariali. Sostiene inoltre che non ci sia alcuna carenza di lavoratori STEM qualificati, perché in realtà diversi laureati STEM non avrebbero trovato lavoro nel proprio campo.
Tasse
Aliquote fiscali aziendali Vorrebbe ridurre l'aliquota al 15%, mettere fine al differimento d'imposta sui redditi esteri, restringere o eliminare le "scappatoie aziendali" rivolte a interessi speciali, stabilire un limite ragionevole alla deducibilità degli interessi passivi, favorire le spese per tutti i nuovi investimenti aziendali e abolire la tassa minima alternativa aziendale.
Rientro dei capitali Tassazione al 10% dei più recenti profitti in contanti che si trovano all'estero.
Telecomunicazioni
Frequenze Wireless e 5G Nessuna posizione.
Titolo II e Neutralità della Rete Trump ha espresso insoddisfazione nei confronti dell'Open Internet Order della FCC e ha paragonato il concetto di Net Neutrality alla Fairness Doctrine, un codice di condotta delle telecomunicazioni eliminato nel 1987.
Aggiornamento del Communications Act Nessuna posizione.
Economia digitale
Cybersicurezza Trump sostiene che gli USA abbiano capacità di cybersicurezza obsolete, che vanno ripensate integralmente. Trump ha inoltre invocato un miglioramento delle protezioni contro gli hacker cinesi e risposte più robuste e inequivocabili in caso di azioni di disturbo o furti.
Cifratura Trump ha affermato di essere assolutamente d'accordo con l'ordine del giudice che chiedeva ad Apple di facilitare l'accesso all'iPhone cifrato utilizzato dal terrorista della strage di San Bernardino.
Internet Governance Nessuna posizione.
Tasse sulle vendite online Secondo Trump i rivenditori online dovrebbero versare le imposte sulle entrate.
Open Data Nessuna posizione.
Copyright Nessuna posizione.
Privacy dei dati commerciali Nessuna posizione.
Sorveglianza da parte del Governo Trump ha affermato che la sorveglianza dei mezzi di comunicazione da parte del Governo è una triste necessità di sicurezza. Ha anche affermato di voler reintrodurre il Patriot Act.
Intelligenza artificiale Nessuna posizione.