Jaguar Land Rover e Tesla: insieme per la lotta alle emissioni di CO2

Jaguar Land Rover, come Honda e in precedenza PSA, utilizzerà la fusione delle flotte sfruttando i crediti green di Tesla per evitare le pesanti sanzioni della Comunità Europea.

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a cura di Luca Rocchi

Managing Editor

Il gruppo Jaguar Land Rover è entrato a far parte del pool europeo formato da Tesla e Honda per condividere i dati sulle emissioni medie di anidride carbonica, con l’obiettivo di rientrare nei limiti imposti dall’Unione Europea. Lo strumento del “pooling” è espressamente consentito e regolamentato con una serie di normative; si tratta di un piccolo “escamotage” che i costruttori possono utilizzare per evitare il pagamento di pesanti sanzioni imposte da parte dell’UE qualora la gamma non soddisfi i requisiti di emissioni.

Il gruppo inglese, che produce principalmente SUV e vetture potenti, è infatti penalizzato sotto questo punto vista e la possibilità di inserirsi nel pool gli consente di “rimediare” a questa problematica. L’azienda, al momento, ha a disposizione solamente la I-Pace come vettura 100% elettrica e solo alcuni modelli sono disponibili nella variante ibrida. Ricordiamo che chiunque non raggiunga l’obiettivo prestabilito rischia una pesante multa di 95 euro per veicolo per g/km. L’adesione non sarà, ovviamente, priva di costi per JLR; Tesla, cedendo i propri crediti green, genera miliardi di dollari di ricavi dalla vendita. In tutto il 2020, la società californiana ha incassato infatti 1,6 miliardi di dollari e nei primi nove mesi del 2021 ha già raggiunto 1,15 miliardi di dollari; una riduzione legata al disimpegno di qualche mese fa di Fiat Chrysler.

L’adesione di Jaguar Land Rover al pool europeo consentirà di compensare i mancati introiti e probabilmente raggiungere un nuovo record di vendite. Al momento non è chiaro con esattezza quanto pagherà Jaguar Land Rover, lo scorso anno aveva dovuto sborsare circa 50 milioni.