Aspetto che però, in alcuni casi, si è rilevato un’arma a doppio taglio come misurato di recente prima in Russia e successivamente nel Regno Unito. Secondo quanto riportato in rete, diverse colonnine di ricarica sarebbero state violate recando un problema non indifferente alla mobilità stessa.
Negli ultimi mesi gli esperti hanno assistito ad un aumento degli attacchi hacker alle stazioni di ricarica, situazioni che hanno portato al rallentamento dell’erogazione del servizio o alla completa disabilitazione della colonnina stessa. Stando a quanto riportato, sembra che in alcuni casi sia possibile arrivare a bloccare l’account dell’utente e arrivare a chiedere un riscatto, al pari di quanto avviene con i ransomware sui computer. A questo proposito Yoav Levy, CEO di Upstream Security, ha affermato che anche le auto elettriche potrebbero essere violate e rese inaccessibili. Con l'aumento degli aggiornamenti via etere e l'interconnessione crescente tra le nostre auto, è sempre più facile che gli hacker riescano ad accedere ai veicoli.
Già nel 2018, un hacker era riuscito ad usare il proprio smartphone per accedere al software della Tesla Model 3 e violarla internamente. Secondo Levy, oltre l'80% di tutti gli attacchi informatici nel 2021 sono stati condotti in remoto, il che significa che non c'è connessione fisica tra l'hacker e un veicolo o una stazione di ricarica. Levy afferma che gli hacker potrebbero eventualmente prendere di mira le flotte dei costruttori ed eventualmente mettere sotto scacco i produttori stessi: "un consumatore pagherà il riscatto di un ransomware per riottenere la propria stazione di ricarica a casa? Non credo. Ma se hai una flotta, o se questa è la tua attività, allora corri un rischio maggiore."