Macron punta a trasformare la Francia in leader della mobilità elettrica europea

Macron annuncia durante il "France 2030" un nuovo piano di investimenti per ben 30 milioni di Euro. L'obiettivo principale è una vera e propria rivoluzione del comparto E-Mobility

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a cura di Stefano De Ciechi

L’evento “France 2030”, al quali hanno partecipato numerosi dei più grandi imprenditori francesi e non, ha saputo scuotere un terreno già reso fertile da Macron all’inizio del 2020 in piena pandemia: la Francia annuncia infatti nuovi incentivi per il settore E-Mobility (ma non solo) per un totale di ben 30 miliardi di Euro, assicurando un piano di investimenti quinquennale.

Dopo i primi incentivi dello scorso anno in cui l’Eliseo offriva uno sconto di 12.000€ a tutti i cittadini che affrontavano l’acquisto di un auto ibrida o elettrica (incentivo che riscosse molto apprezzamento), si rilancia con un piano di rivitalizzazione e rivoluzione del comparto mobilità, con un'iniezione di liquidi pari a 4 miliardi di Euro nel solo settore elettrico. L’obiettivo è tanto semplice quanto pionieristico: arrivare alla produzione di 2 milioni di mezzi ibridi (prodotti su suolo francese) entro la fine del 2029.

“Dobbiamo ricostruire un quadro per l’indipendenza produttiva della Francia e dell’Europa. Il vincitore prende tutto”

Le parole di Macron fanno trasparire un'intenzione chiara: un graduale distacco da quella che attualmente è una vera e propria dipendenza dalla super-potenza asiatica, che attualmente possiede gran parte del potere produttivo e progettuale in ambito elettrico.

L’attenzione si alza ulteriormente quando in tutto l’Eliseo riecheggiano le parole “primo aereo a basse emissioni di carbonio”, progetto già trapelato mesi fa tramite fonti non ufficiali, attorno al quale si è generato una grande aspettativa. I fondi si distribuiranno poi in altri settori fondamentali per l’innovazione di un paese che vuole fare dell'avanguardia tecnologia la sua testa trainante: il nucleare pulito otterrà una buona fetta di fondi, così come l’implementazione di tutta l’infrastruttura legata all’idrogeno Green, per finire al settore della Sanità e della robotica in genere.

  • Nucleare, idrogeno e rinnovabili: 8 mld €
  • Elettronica, compresi i chip: 6 mld €
  • Sostegno alle startup: 5 mld €
  • Trasporti e mobilità: 4 mld €
  • Formazione per settori in espansione: 2 mld €
  • Progetti moonshot, come realtà virtuale ed esplorazione dei fondali marini: 1,5 mld €
  • Agroalimentare: 1,5 mld €

Per quanto a primo acchito il tutto sembri un piano di implementazione ed ingegneria interna strettamente limitato all’Oltrealpe, ciò non è del tutto vero: all’interno di progetti (che probabilmente gioveranno di questi futuri fondi nazionali) quali “Renaulution”, cominciano a delinearsi nomi quali Stellantis, chiaro sintomo di un paese aperto a delle fruttuose collaborazioni oltre confine.