Micromobilità elettrica, passo indietro sulla liberalizzazione nelle città?

Passo indietro sulla recente liberalizzazione dei monopattini elettrici nelle città. Norme di sicurezza da rivedere per la corretta micromobilità elettrica.

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a cura di Valentina Acri

Passo indietro sulla recente liberalizzazione dei monopattini elettrici nelle città. Dal 1 gennaio 2020 infatti la liberalizzazione di monopattici, hoverboard, segway e monowheel ha portato questi ultimi all’equiparazione con le biciclette e, essendo considerate pressochè uguali, all'imposizione dei limiti stabiliti dal codice della strada.

La lotta contro l’inquinamento e la necessità di un imminente riduzione delle emissioni di CO2 sta portando notevoli cambiamenti nella mobilità quotidiana delle città. Nel rispetto dell’ambiente, oltre alle nuove auto elettriche, ci si sta muovendo verso l’introduzione di piccoli veicoli elettrici come i monopattini, ideali come soluzione per gli spostamenti dell’ultimo miglio.

Guidarlo è sicuramente un gioco da ragazzi. Salire, accelerare e sterzare al fine di arrivare a destinazione. A seconda della capacità della batteria ognuno di essi offre un’ autonomia. A creare scalpore nell’introduzione di tali veicoli è, però, proprio la sicurezza.

Strada, pista ciclabile o percorsi pedonali? A tal proposito, lo scorso giugno 2019, l’ex ministro dei Trasporti Danilo Toninelli ha firmato un decreto ministeriale in cui si specificano caratteristiche dei mezzi e aree o strade oggetto della sperimentazione. Con riferimento al decreto, infatti, la circolazione di monopattini elettrici, segway, monowheel e hoverboard era necessariamente limitata a determinate aree urbane e su percorsi pedonali e ciclabili, a strade con limite di velocità di 30 km/h, mantenendo una velocità non superiore a 20 km/h. In linea di massima quelle dell’ex ministro erano tutte norme a favore della tutela degli utenti protagonisti dell'utilizzo di veicoli di micromobilità elettrica.

La liberalizzazione partita dal 1 gennaio sembrerebbe tornare proprio sulla vecchia "strada" intrapresa riguardante la sperimentazione, seppur creando notevoli malcontenti. L'obiettivo sembrerebbe quello di riformulare le norme di circolazione, rimettendo in vigore alcuni fondamentali limiti di utilizzo presenti del decreto del giugno 2019. Viene pertanto ribadita la necessità di assicurare le giuste norme affinchè prevalga la sicurezza:

  • possibilità di circolare solamente su piste ciclabili, aree pedonali con velocità massima di 6 km/h, strada con limite di velocità di 30 km/h ( zone 30).
  • Inoltre, le limitazioni riguarderanno anche potenza e velocità massima: solamente i dispositivi con velocità massima non superiore a 25 km/h potranno essere equiparati alle biciclette.

Tali forme di mobilità sono senza dubbio in grado di offrire ottime soluzioni alternative al traffico delle grandi città, ma non bisogna sottovalutare l’importanza di regole certe e fondamentali per una circolazione sicura e corretta a cui il governo sta cercando di dare interesse.