Moto e supercar zittite per legge entro il 2020, addio rombo

Una nuova proposta di legge vuole ridurre del 50% il rumore emesso dai veicoli su strada entro il 2020. Nessuna eccezione per i mezzi sportivi, e i produttori di auto sono già sul piede di guerra. Il voto è atteso per il prossimo marzo.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Auto e motociclette meno rumorose per legge, è questo quello che vogliono alcuni consiglieri dell'Unione Europea, stanchi di veicoli che rombano come mezzi da corsa ma circolano sulle strade di città e paesi in tutto il Vecchio Continente.

L'obiettivo della proposta di legge è ridurre del 50% i decibel emessi entro sette anni, andando chiaramente a prendere di mira i mezzi ad alte prestazioni, che per l'olandese Judith Merkies, sono "i peggiori inquinatori presenti su strada". Il che non è proprio vero se si considerano mezzi pesanti, auto vecchie di vent'anni e altro, ma è comunque facile capire che cosa volesse dire.

Anche se non la vedi, la senti

La norma in ogni caso è al vaglio e sarà votata l'anno prossimo, quindi per il momento i possessori di Harley Davidson e sportive "canterine" possono ancora dormire sonni tranquilli. Anche perché la versione attuale della norma è stata approvata con un solo voto di scarto, e quindi si preannuncia una sfida all'ultimo voto in sede parlamentare.

Similmente sono state bocciate le eccezioni proposte che avrebbero concesso alle auto sportive uno status speciale. Un'idea che avrebbe dovuto aiutare il settore automobilistico, già in difficoltà: i veicoli ad alte prestazioni infatti, per quanto rappresentino una nicchia, sono anche una voce in attivo nei bilanci dei produttori di auto, almeno di alcuni. Si teme che bolidi meno rumorosi sarebbero più difficili da vendere.

Tutto sommato però il dibattito riguarda qualcosa di più radicato, un problema che va oltre i fatturati delle aziende interessate. Si tratta per esempio di convivenza civile: è più importante la libertà di circolare facendo rumore, o quella di passeggiare con un bambino addormentato nel passeggino, senza paura che un motociclista rovini la giornata all'intera famiglia? Non che adulti e anziani vivano bene il passaggio di una moto che sembra un aereo.

E a un livello ancora più "alto" il problema è culturale: gli ambientalisti (ma non solo) che sostengono questa proposta, in ultima analisi, lottano contro l'idea che lo spreco sia bello: perché come si fa a difendere l'idea del riciclo, dei consumi ridotti, del basso impatto ambientale quando dall'altro lato della barricata ci sono interi settori industriali costruiti proprio sull'idea che benessere e divertimento vadano forzatamente a braccetto dell'assorbimento spropositato di energia, della creazione di rifiuti, dell'inquinamento, e - parlando di rumore - del farsi notare (e invidiare)  dagli altri?

La moto (o il motorino truccato) rumorosi sono davvero un simbolo di libertà individuale? Questo concetto è senz'altro vero per qualcuno, ma nel quadro generale sembrerebbe piuttosto il contrario: o almeno il comportamento stolto e miope di chi sa guardare solo all'immediato futuro, e non alle generazioni che verranno.

Insomma, questa proposta non riguarda solo automobilisti e motociclisti, ma tutti noi come società. Dobbiamo decidere, o qualcun altro deve farlo per noi, se far prevalere il diritto a vivere in città tranquille e relativamente silenziose, oppure quello a disturbarci a vicenda.