Paline UE di ricarica elettrica: il 75% è situato in 4 paesi

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a cura di Dario D'Elia

I limiti alle emissioni di CO2 che si appresta a stabilire il Parlamento Europeo al settore auto non potranno essere rispettati senza lo sviluppo della rete di punti di ricarica per i veicoli elettrici. L'allarme arriva direttamente dalla European Automobile Manufacturers' Association (ACEA), che ha diffuso i risultati di un'indagine a dir poco preoccupante sul tema.

Oggi il 75% delle colonnine di ricarica europee sono concentrate in Olanda (28,14%), Germania (21,6%), Francia (13,96%) e Regno Unito (12,2%) - praticamente il 27% del territorio comunitario. L'Italia a titolo di esempio ne vanta solo 2741, quindi il 2,35%, e questo ovviamente contribuisce a non favorire le vendite. Fanalino di coda della classifica Romania, Bulgaria, Lettonia, Grecia, Malta e Cipro con poche decine di unità.

report UE

"I parlamentari europei devono essere consapevoli del fatto che senza un'azione radicale da parte degli stati membri, questo (obiettivo, NdR.) non verrà raggiunto", sostiene il Segretario Generale di ACEA Erik Jonnaert.

Insomma, senza punti di ricarica diffusi sul territorio chi mai investirà nell'acquisto di auto elettriche? Attualmente si parla complessivamente di circa 116mila paline sul territorio, ma secondo le stime più conservative della Commissione UE dal 2025 ce ne vorrebbero almeno 2 milioni. E per raggiungere questa soglia bisognerebbe investire su una crescita di venti volte in 7 anni.

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Se già una riduzione del 30% di CO2 rappresenta una sfida ardua, il confronto parlamentare che parla di 50% appare insensato - almeno all'industria dell'auto. Il Commissario Miguel Cañete per EU Climate Action conferma che sarebbe possible solo con l'installazione di 700mila nuovi punti di ricarica ogni anno a partire da adesso per 12 anni. Soprattutto considerando anche che non sono stati raggiunti gli obiettivi posti dalla Directive on Alternative Fuel Infrastructure approvata nel 2014.

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"Tutti e 28 gli stati membri devono urgentemente intensificare i loro sforzi per garantire una rete europea di infrastrutture di ricarica e rifornimento di carburante. Senza questo, i consumatori non saranno mai convinti a fare il passaggio a vetture a ricarica elettrica su larga scala", ha dichiarato Jonnaert di ACEA. "Dobbiamo essere in grado di mostrare ai nostri clienti che la disponibilità dell'infrastruttura corrisponde alle loro aspettative per poter viaggiare senza ansietà".

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Per Jonnaert sono due le questioni ormai chiare. Per la riduzione di CO2 non si può prescindere da una consistente vendita di veicoli elettrici e dalla densità di punti di ricarica. "La legislazione sulla CO2 deve quindi fare un collegamento tra questi due elementi". La richiesta di ACEA è quindi di monitorare oggettivamente lo scenario e agire di conseguenza (con incentivi).