Porsche Panamera Turbo, la nostra prova su strada

La Panamera viene spesso presentata come una berlina con capacità sportive da supercar. Vero, ma ha l'anima della granturismo.

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a cura di Alessandro Renesis

Le opinioni sono come l'olio motore, sono liquide e confluiscono attraverso il percorso che offre meno resistenza (come fanno soldi e acqua) però si misurano a peso.

Perché è vero che le opinioni sono come... be', è vero che tutti ne hanno una ma è anche vero che non tutte hanno lo stesso peso. AA Gill (riposi in pace), critico culinario e giornalista tanto feroce con i giudizi quanto abile con le parole, creava il panico nei ristoratori londinesi perché sapevano che una recensione positiva o negativa sul Sunday Times della settimana seguente poteva impattare sul loro fatturato.

Il Real Madrid Club de Fútbol conta attualmente circa 30 calciatori in rosa (senza contare prestiti, acquisti non ancora definiti e squadra B) ma sospetto che l'opinione rispettivamente del numero 4 e del numero 7 (e non c'è bisogno vi dica di chi sto parlando) venga ritenuta prioritaria dal "presidentissimo" Florentino.

Quando si arriva all'automobilismo, e oggi parliamo di Porsche Panamera, c'è un'opinione in particolare che forse pesa (ho detto pesa, attenzione, non "conta") più delle altre. Sì, perché quando il noto presentatore di un noto programma TV inglese (adesso lavora per un programma USA) mise le mani sulla prima Panamera ne esaltò le qualità dinamiche e ne criticò l'aspetto estetico.

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Sono passati 8 anni dalla messa in commercio della prima Panamera e ne sono passati 6 da quella recensione ufficiale e se avessi ricevuto un euro per tutte le volte che ho letto, che fosse carta stampata o web, che la Panamera "non convince per l'estetica ma va benissimo su strada", a questo punto potrei permettermi una Panamera.

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Inizio quindi col dire che la seconda generazione della Panamera (prodotta dal 2016) è una bella auto. E non mi riferisco al suo segmento o rispetto alla precedente: è una bella auto, punto. E' lunga ma curiosamente non è particolarmente slanciata, non tenta di dissimulare le forme. Non si nasconde dietro giochi stilistici per sembrare meno imponente di quanto sia, un po' come un cestita NBA alto 2,10 metri e ben contento di essere alto 2,10 metri.

Il vero passo in avanti rispetto alla precedente versione è stato fatto in personalità, la Panamera non sembra più una semplice parente della 911, è indiscutibilmente una Porsche ma sembra finalmente un progetto creato in maniera indipendente. Si inizia, come sempre con una Porsche, impugnando la chiave d'accensione nella mano sinistra perché in tutte le Porsche, da sempre, il blocchetto d'accensione si trova sulla sinistra rispetto al volante.

Questa caratteristica inusuale la dobbiamo a Le Mans. Agli albori della competizione, i piloti attendevano lo start per poi correre letteralmente verso l'auto, mettere in moto e mettersi in marcia. Gli ingegneri Porsche, con un'intuizione tanto semplice quanto geniale, spostarono il blocchetto d'accensione a sinistra per permettere ai piloti di inserire la chiave (con la sinistra) e la marcia (con la destra) contemporaneamente. Una piccola ma fondamentale modifica: abbiamo visto campionati di F1 vinti per centesimi, quindi immaginate quanta differenza possano fare interi, lunghissimi, secondi.

Esiste un vecchio adagio, attribuito a vari autori, che recita, "un uomo può ritenersi davvero di successo quando si avvicina a una delle sue due auto tenendo le chiavi nella mano sinistra".

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Oggi guido la Turbo e buttiamo subito giù i numeri così non perdiamo altro tempo. Per il mercato italiano si parte da 163.160 €, motore 4 litri, 549 cavalli, 0-100 in 3,6 (3,7 per la executive che è leggermente più lunga) e velocità massima di 306 km/h. OK, riprendo fiato.

Come spesso accade in auto di questo tipo il vero nemico non è il consumo e non sono le emissioni ma è il peso. Nonostante le migliori intenzioni del mondo, anche se lasciate a casa tutti i vostri amici e fidanzati/e, anche se decidete di mettervi in marcia costantemente in riserva di benzina, la Panamera pesa due tonnellate e se da un lato non credo di poter dire che "non si sentono", perché i chili ci sono, la vera abilità della Panamera consiste nel muoversi agevolmente, veloce, abile e performante CON TUTTO il suo peso, e non A DISPETTO di esso. Come il cestista alto 2,10 metri, appunto.

Premendo il gas fino in fondo l'auto scoppia in avanti, la fisica è fisica e le sue leggi non risparmiano nessuno. Tranne l'Australia, come ha sottolineato di recente il Primo Ministro australiano. In Australia esiste solo la legge australiana, dice lui. Ma noi siamo Italiani e da Italiano, quindi per me e per voi gravità, peso e trazione non sono concetti discutibili, posso dirvi che per la Panamera trazione batte gravità+peso. La Panamera è troppo potente, troppo "coppiosa" e ha un sistema di trazione (integrale) troppo sofisticato, quindi scatta in avanti e via.

Ma non lasciatevi ingannare dai tempi sul giro e dai record al Nürburgring (che comunque vengono battuti ogni cinque minuti), la vera essenza della Panamera sta nella sua capacità di dimezzare le distanze. Questo grosso, lungo e veloce gattone non serve tanto al Nürburgring quanto ad arrivarci. Immaginando di partire da Milano con direzione Londra (dico a caso), la Panamera è l'auto perfetta per comprimere Italia, Svizzera e Francia in una pausa caffè prima di mettersi in marcia sul lato sbagliato della strada. Molte auto divorano i chilometri, la Panamera è come se li dimezzasse.

Se siete fra i fortunati futuri possessori di quest'auto l'unico consiglio che mi sento di darvi è di non passare troppo tempo a scegliere tra legno, alluminio o carbonio per gli interni. E soprattutto non fasciatevi più di tanto la testa con il Porsche Advanced Cockpit né con lo schermo ad alta risoluzione da 12 pollici (volendo sono disponibili display individuali per i passeggeri sui sedili posteriori).

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Perché anche se decidete di partire da Lisbona con direzione Mosca, in Russia, il viaggio durerà una trentina di minuti al massimo.