Possibili nuovi rincari per i prezzi dei carburanti con lo stop del petrolio dalla Russia

L'embargo delle importazioni di petrolio alla Russia comporterà un ulteriore rincaro dei prezzi dei carburanti nel corso dei prossimi mesi

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a cura di Davide Raia

L'Europa si prepara all'embargo alle importazioni di petrolio dalla Russia. L'operazione si estenderà per circa un anno. Saranno necessari sei mesi per eliminare il petrolio russo ed ulteriori sei mesi per dire addio anche ai vari prodotti petroliferi in arrivo dalla Russia. Questa scelta, però, potrebbe avere un effetto notevole e immediato sul costo del carburante. In futuro, senza interventi decisi da parte dei Governi europei, i prezzi dei carburanti potrebbero aumentare in modo significativo, con notevoli problemi per consumatori e imprese.

Attualmente, il prezzo del petrolio al barile è pari a quasi il doppio rispetto a quello dello scorso anno (109 dollari contro 67 dollari). Per scongiurare un impatto immediato sul costo dei carburanti potrebbe essere necessario un nuovo rilascio straordinario delle scorte di petrolio dall'IEA, l'Agenzia Internazionale dell'energia che ha già effettuato due operazioni di questo tipo. C'è poi la questione del taglio delle accise, recentemente prorogato dal Governo fino al prossimo 8 luglio. La misura potrebbe essere estesa ulteriormente.

Sul lungo periodo, se la situazione non dovesse normalizzarsi, potrebbe essere necessario estendere ancora la misura o renderla addirittura strutturale, magari con modifiche ai provvedimenti già attuati. In ogni caso, molto dipenderà dall'evoluzione della guerra in Ucraina. Per gli automobilisti, in ogni caso, resta il rischio di possibili ulteriori incrementi del costo dei carburanti nel corso dei prossimi mesi. Secondo l'UE, infatti, l'embargo del petrolio russo è necessario ma "non sarà facile". In sostanza, il provvedimento potrebbe comportare notevoli conseguenze per quanto riguarda la spesa per il rifornimento di famiglie e imprese, in Italia ed in Europa.