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a cura di Alessandro Crea

Presto le automobili, che siano a guida autonoma o no, potranno dialogare tra loro, condividendo e analizzando i dati raccolti costantemente e interagendo anche con altri dispositivi smart cittadini, come semafori, illuminazione pubblica etc. ma tutto ciò non è solo uno sterile esercizio di tecnologia, concorrerà invece a salvare molte vite umane.

Come sappiamo la distrazione al volante è una delle principali cause di incidenti mortali, ma in attesa che le attuali tecnologie raggiungano un livello tale di sviluppo da consentire alle automobili di guidare senza alcun intervento umano, queste ultime potranno dialogare grazie all'Internet delle cose e alle ormai prossime connessioni 5G.

Si chiamano V2X, vehicle to anything e Panasonic ne ha dato un assaggio ai colleghi di Digital Trends che hanno visitato il futuristico Network Operations Center aperto a Denver, negli Stati Uniti, sotto l'impulso dell'amministrazione locale, che vuole essere tra le prime a diventare una smart city a tutti gli effetti.

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Quando si parla di veicoli connessi tutti immaginiamo automobili che molte volte al secondo raccolgono e condividono i dati più disparati, sullo stato dei freni e del motore, dell'airbag, dei sistemi di guida assistita etc. ma si fa fatica a capire come tutto ciò possa tradursi in una maggior sicurezza per automobilisti e pedoni. Questo accade perché ci manca il contesto: senza immaginare un dialogo costante con le infrastrutture circostanti infatti il quadro non è completo.

Un'auto sbanda e perde il controllo, ecco che nel giro di pochi secondi la scena è inquadrata dalla telecamera stradale più vicina, mentre nel frattempo autoambulanza e vigili del fuoco sono già stati avvertiti, comunicando loro l'esatta posizione del veicolo.

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Alle automobili subito dietro infine è arrivato un allarme e sono stati indicati percorsi alternativi per non creare un ingorgo. Questo è un esempio concreto di cosa accadrà domani, ma se ne potrebbero fare mille altri: un'auto che ha il verde ma viene invitata a fermarsi perché un'altra non ha rispettato il rosso, un'automobilista distratto che non ha visto un pedone sulle strisce pedonali etc.

E in tutto questo la nostra privacy che fine farà?  Tyler Svitak, manager del programma pilota Panasonic sulle auto connesse ha messo l'accento sulla sicurezza: al sistema informazioni come targa, numero e modello del veicolo, stato della patente, nome e cognome del guidatore, semplicemente non interessano. A essere rilevanti sono i comportamenti stradali, non l'identità dei soggetti. Svitak ha anche spiegato che il modem delle auto V2X cambierà automaticamente il suo MAC address ogni 5 minuti per maggior sicurezza.

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Se vi state chiedendo infine quanto costerà tutto questo la risposta è confortante: Ford, che partecipa al progetto in corso a Denver, non ha dato indicazioni precise ma si è limitata a dire che l'equipaggiamento necessario a far dialogare le auto influisce sul prezzo per alcune centinaia di dollari, non per alcune migliaia. Insomma le auto che parlano tra di loro arriveranno molto prima di quelle che si guidano da sole, saranno più economiche e salveranno comunque molte vite.