Tesla Boombox, un altro richiamo per quasi 600.000 auto

Tesla Boombox è il sistema di altoparlanti esterno progettato come sistema di sicurezza per i pedoni, ma il software è malfunzionante.

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a cura di Francesco Daghini

Da qualche anno Tesla ha integrato nei suoi modelli un sistema di altoparlanti esterni chiamato ‘Boombox’, progettato come sistema di avviso di pericolo per i pedoni (Pedestrian Warning System – PWS), e grazie all’applicazione dedicata è possibile riprodurre suoni personalizzati su questi altoparlanti, una feature abbastanza rara se non addirittura unica nel panorama automobilistico; la notizia di oggi è relativa ad una campagna di richiamo che Tesla ha dovuto avviare in seguito alla richiesta ufficiale della NHTSA, l’organo che si occupa della sicurezza autostradale negli Stati Uniti.

Secondo quanto riportato nella richiesta ufficiale della NHTSA, la riproduzione di suoni personalizzati tramite il sistema Boombox potrebbe interferire con i segnali acustici di pericolo veri e propri, cioè il motivo per cui il sistema esiste. NHTSA ha chiesto a Tesla di richiamare tutti i veicoli coinvolti, che in totale dovrebbero essere 594.717 tra tutti i modelli di Tesla, Model 3, Model S, Model X e Model Y prodotte tra il 2017 (nel caso della Model 3) e il 2022, come le più recenti Model Y.

Si tratta dell’ottava campagna di richiamo avviata da Tesla nel 2022, ma se una volta le parole ‘campagna di richiamo’ facevano venire i capelli bianchi sia alle case automobilistiche sia ai proprietari, oggi questo problema in tanti casi non si pone più: sarà sufficiente, infatti, un aggiornamento software da rilasciare ‘over-the-air’ per risolvere il problema, anziché dover richiamare fisicamente alle officine Tesla tutti i veicoli coinvolti.

L’aspetto più strano di questa vicenda è che non è la prima volta che Tesla prova a risolvere questo problema: solo qualche mese fa Tesla aveva avviato una campagna di richiamo analoga, che aveva coinvolto circa 578mila veicoli, che però a quanto pare non è riuscita a risolvere il problema nel modo richiesto dall’organo federale statunitense, obbligando la Casa di Elon Musk a lavorare a un nuovo aggiornamento.