Tesla, gli incidenti colpa di marketing ingannevole?

Il nome Autopilot del software Tesla non è un vero pilota automatico, e per questo Consumer Reports chiede all'azienda di sospenderne l'utilizzo e di cambiare nome. I clienti Tesla rischiano di essere tratti in inganno e quindi esporsi a rischi anche gravi.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Tesla dovrebbe disabilitare il pilota automatico sulle sue automobili, e cambiare il nome di tale funzione perché Autopilot può far pensare di avere a disposizione un vero e proprio sistema autonomo, quando in realtà non è così. Ad affermarlo è Consumer Reports, tra le più influenti associazioni di consumatori degli USA (circa 8 milioni di associati).

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"Consumer Reports", recita l'articolo della rivista, "crede che questi due messaggi – che il tuo mezzo possa guidarsi da solo ma che tu dovresti poter riprendere il controllo in ogni momento – crei del potenziale per confondere il guidatore. Aumenta anche la possibilità che il guidatore non sia abbastanza attento da reagire velocemente a una situazione di emergenza".

"Molti produttori di auto stanno introducendo questo tipo di tecnologia semi autonoma sui loro veicoli, velocemente, ma Tesla ha avuto un'aggressività unica nel suo sviluppo. È l'unico produttore che permette ai guidatori di togliere le mani dal volante per lunghi periodi di tempo".

Consumer Reports non è la prima voce, ma senz'altro la più autorevole, a sollevare dubbi sul nome scelto da Tesla. L'amministratore delegato e fondatore dell'azienda aveva però già risposto indirettamente: intervistato dal Wall Street Journal, infatti, Elon Musk ha detto di non avere nessuna intenzione di disabilitare Autopilot – un'opzione che Tesla potrebbe fare in remoto, senza richiamare le auto in officina.

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Invece, cercheranno di fare formazione con i loro clienti, spiegando loro che si tratta di guida autonoma di livello 2, e che come tale richiede la costante attenzione di una persona. Le Tesla, per quanto avanzate, non possono andarsene in giro da sole.

Musk prende come termine di paragone il pilota automatico degli aerei di linea, un sistema che ha senz'altro qualche somiglianza. L'aereo può volare praticamente da solo, ma i piloti devono restare vigili e attenti. La differenza, fondamentale, è che i piloti di un aereo sono addestrati e conoscono bene il mezzo; chiunque invece può comprarsi una Tesla; basta il denaro e una patente normale, non certo un addestramento specifico.

"Presentando il loro prodotto come Autopilot", afferma la vicepresidente di Consumer Reports Laura MacCleery, "Tesla dà ai consumatori un falso senso di sicurezza", un'ipotesi che abbiamo espresso anche noi di Tom's Hardware (insieme a molti altri) nei giorni scorsi, dopo un paio di incidenti di cui uno mortale.  

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"Siamo molto preoccupati", continua MacCleery, "dal fatto che si stiano vendendo molte promesse ai consumatori riguardo a una tecnologia non testata. Autopilot non può guidare davvero l'auto, eppure è possibile per i clienti togliere le mani dal volante per periodi di diversi minuti".

La rivista raccomanda a Tesla di fare ulteriori e più approfonditi test di sicurezza prima di proporre le sue tecnologie al pubblico. In risposta a tali raccomandazioni, le pubbliche relazioni di Tesla hanno detto di apprezzare i consigli, ma che l'azienda prenderà decisioni "solo sulla base di dati reali, non la speculazione dei media".

A complicare ulteriormente la situazione c'è poi il fatto che Tesla presenta Autopilot come un software in beta. Vale a dire un prodotto non completo, che per definizione contiene molti errori di programmazione. Una situazione che in qualche modo rende i clienti Tesla delle cavie da laboratorio: se non c'è nessun problema a testare un software beta sul proprio computer – al massimo si rischia di perdere qualche file – con un'automobile la questione è ovviamente diversa.

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In ogni caso, pare proprio che Tesla proseguirà per la propria strada a meno che non ci siano interventi da parte di una qualche autorità. Interventi che si rendono ogni giorno più necessari, tra l'altro: oggi i produttori di auto, non solo Tesla, possono arricchire i loro prodotti con molti automatismi, che però non devono passare da alcun test ufficiale. A tal proposito, Consumer Reports ricorda che la NHTSA, l'equivalente USA della Motorizzazione Civile, per ora ha richiesto a Tesla informazioni più dettagliata sugli aggiornamenti di Autopilot, in particolare i log di sistema su quando è stato richiesto ai guidatori di mettere le mani sul volante.

È importante ricordare, infine, che dei recenti (tre) incidenti in cui è qualche modo implicato Tesla Autopilot, in nessun caso si è dimostrato un problema tecnico. In tutti i casi, infatti, si tende a ipotizzare che ci sia stato un utilizzo da parte del guidatore. Ovviamente però, se dovesse passare l'ipotesi che Tesla abbia in qualche modo favorito questo cattivo utilizzo, fornendo convinzioni sbagliate ai guidatori, allora la sua posizione legale cambierebbe profondamente.