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a cura di Alessandro Crea

Nella giornata di ieri, in Texas, si è verificato un nuovo incidente mortale che ha visto coinvolta una Tesla Model S. L'agenzia statunitense per la sicurezza dei trasporti ha deciso di indagare ma dalle prime evidenze la causa dell'incidente non sarebbe da ricercare in un malfunzionamento del sistema di guida autonoma Autopilot, che sarebbe stato disattivato, quanto nell'alta velocità e nelle batterie.

Secondo le ricostruzioni infatti la Model S con a bordo tre persone, avrebbe sbandato uscendo fuori strada e andando a schiantarsi contro un muro, prendendo fuoco. Uno dei passeggeri è stato sbalzato fuori, salvandosi, gli altri due invece sono morti.

tesla model s
Tesla Model S

"Non siamo ancora riusciti a recuperare i dati dal veicolo", ha spiegato un portavoce di tesla, "ma da quanto visto fino ad ora tutto sembra indicare una collisione ad alta velocità in cui Autopilot non sarebbe coinvolto".

Fermo restando dunque che la dinamica vada definitivamente appurata, sembrano emergere due problemi, uno piuttosto concreto riguardante le batterie, e un secondo che può essere più che altro una riflessione. Le batterie delle Tesla, e in generale delle auto elettriche, dovrebbero infatti avere un sistema di sicurezza atto a ritardare di molto la propagazione delle fiamme a seguito di un incidente, così da dare il tempo ai passeggeri di mettersi in salvo. Già lo scorso marzo però, sempre negli USA, una Tesla Model X schiantatasi contro un guard rail era stata distrutta dalle fiamme: uno scenario che gli stessi tecnici dell'azienda avevano ammesso di non aver mai visto prima.

Le batterie sono ferme tecnologicamente da decenni e ora che si trovano sempre più al centro del settore automotive tutti i limiti tecnici stanno emergendo e non soltanto per quanto riguarda l'autonomia e i lunghi tempi di ricarica. Le batterie al litio sono insicure ed è urgente trovare nuove soluzioni tecnologiche, senza cui le auto elettriche non potranno mai davvero decollare sul mercato.

Tesla Model S digital panels

La seconda è una riflessione più che altro culturale sull'errata percezione che molti hanno sui sistemi di guida autonoma e sulla confusione tra questi ultimi e i sistemi di assistenza alla guida. Proprio qualche giorno fa infatti un proprietario di una Tesla è stato arrestato perché avrebbe attivato Autopilot e poi si sarebbe seduto al posto del passeggero. Allo stesso modo secondo le ricostruzioni sia all'autista della Model X dell'incidente di marzo, sia a quello del primo incidente mortale avvenuto, il sistema aveva fornito diversi avvisi visivi e sonori prima dell'impatto, tutti ignorati.

La sensazione è che ci voglia ancora diverso tempo, non soltanto per evolvere ulteriormente i sistemi di guida autonoma, ancora non del tutto affidabili, ma anche affinché questa rivoluzione sia assorbita e metabolizzata nella maniera corretta. Forse, nei prossimi anni, oltre a prevedere corridoi di test e quadri normativi ad hoc, sarebbe il caso di iniziare una campagna di massa di istruzione su questa nuova tecnologia che può diminuire gli incidenti in maniera drastica, ma solo se utilizzata in modo giusto.