Uber ha confermato che a partire dal 2020 a Londra farà circolare solo autisti con auto ibride o elettriche. Contribuirà insomma alla riduzione dell'inquinamento della capitale.
Bisogna riconoscere all'azienda di essere già a buon punto, considerato che attualmente il parco auto UberX è già per il 50% elettrico. Sarà più complicato raggiungere l'obiettivo con il servizio UberXL che si affida ad auto di grandi dimensioni, per lo più a diesel.
Ad ogni modo il percorso è segnato, perché anche per le altre città inglesi si parla di un parco veicoli 100% ibrido o elettrico a partire dal 2022. E sempre per Londra, dal 2025, il divieto Uber anche per gli ibridi tradizionali - dovranno essere tutti plug-in, quindi con ricarica elettrica.
"L'inquinamento dell'aria è un problema in crescita e siamo determinati a giocare la nostra parte per contrastarlo con questo audace piano", ha dichiarato Fred Jones, responsabile Uber per Londra.
Attualmente la forza lavoro londinese della società è basata su 40mila autisti con licenza. Per agevolare la transizione godranno di finanziamenti a fondo perduto fino a 5mila sterline - circa 4.100 euro - per l'acquisto di nuovi veicoli. Questi soldi proverranno da un fondo di oltre 2 milioni di euro e anche da un aggravio di 35 pence su ogni corsa londinese a partire da ottobre.
I taxisti dei mitici black-cab potranno rispondere alla sfida con il nuovo modello ibrido della London Taxi Company - il fornitore ufficiale dal 1899. Si chiama TX5 ed è un ibrido plug-in basato su un motore benzina Volvo 1.3 a tre cilindri.
L'autonomia dichiarata è di oltre 600 km, di cui 112 in modalità elettrica. Transport for London ha stabilito infatti che tutti i nuovi taxi dovranno essere elettrici a partire dal 2018, mentre per le auto a noleggio la data è il 2020. L'biettivo è avere una città a emissione auto zero a partire dal 2050.