Vauxhall: possibile stop agli impianti britannici

L'azienda londinese, parte del gruppo PSA dal 2017, potrebbe chiudere l'impianto di Ellesmere Port se le condizioni per la Brexit non dovessero essere raggiunte.

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a cura di Federico Proverbio

Vauxhall, la controparte britannica di Opel, potrebbe fermare la produzione delle sue vetture nel Regno Unito. L'azienda londinese, dopo l'acquisto da parte di PSA insieme ad Opel per 2.2 miliardi di euro, aveva già ridotto la gamma di modelli attivamente prodotti a 11.

Il presidente di PSA Carlos Tavares ha annunciato, in un'intervista al Financial Times, che "Preferirebbe produrre l'Astra a Ellesmere Port, tuttavia se le condizioni si dimostreranno economicamente insostenibili, dovrà proteggere gli interessi della compagnia, spostando la produzione altrove".

Tavares si riferisce indirettamente all'ipotesi di una "hard brexit", la situazione nella quale Il Regno unito potrebbe versare in caso di un "no deal", ovvero del fallimento delle contrattazioni commerciali con i rimanenti stati membri dell'UE.

L'impianto di Ellesmere, uno dei più produttivi del gruppo, da lavoro a 1000 dipendenti che producono circa 80mila vetture l'anno. Assieme all'impianto gemello di Luton, dove viene prodotto il van Vivaro, l'ipotesi della chiusura di Ellesmere porterebbe ad un'effettiva cessazione delle attività produttive di Vauxhal sul suolo britannico.

Il gruppo PSA, continua Tavares, ha "già un impianto alternativo per la produzione dei modelli nel sud-europa". Le condizioni di trasferimento, conclude, "dipendono esclusivamente dai termini che verranno raggiunti per l'uscita dello UK dall'unione europea".

Assieme agli impianti di Swindon, dove Honda produce l'attuale civic, e di Bridgend, dove Ford produce i propulsori per tutta la sua gamma, la chiusura di Ellesmere potrebbe presto diventare realtà.