I DDoS ringraziano Internet e il Web

Da dimostrazione di abilità che creava disturbo a minaccia per le infrastrutture critiche nazionali. Strumento preferito dagli hactivisti, i Distributed Denial of Service sono più complessi, ma anche più facili da attuare, diventando un problema per gli operatori di rete.

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a cura di Gaetano Di Blasio

I DDoS ringraziano Internet e il Web

Un'escalation esponenziale, proporzionale alla crescita di Internet e del Web. L'una, l'infrastruttura di connessione nata negli anni '70, è ormai la "nervatura" privilegiata per il collegamento di qualsiasi dispositivo che abbia bisogno di "traferire" dati o informazioni.

Il Web, cioè l'infrastruttura sovrastante Internet che consente di accedere all'insieme di contenuti e sempre più servizi forniti dai diversi siti, ha determinato negli ultimi dieci anni (LinkedIn è nata nel 2003, Facebook nel 2004) la rivoluzione sociale che era stata pronosticata a metà degli anni '90, creando allora la bolla della New Economy, ma dando vita, oggi, a un sistema sociale ed economico dirompente.

Gli attacchi DDoS devono buona parte del loro "successo" a queste trasformazioni: anni fa non sarebbe stato possibile bloccare una rete elettrica da un pc casalingo. Oggi la cosiddetta Internet of Things, se da un lato crea enormi opportunità e fornisce servizi che possono migliorare la vita dei cittadini, dall'altro mette a repentaglio grandi infrastrutture critiche.

Gli attacchi ai servizi Web, quali sono i DDoS, sono per definizione tali in quanto esiste il Web. Inoltre, è altrettanto evidente che le azioni di Anonymous non avrebbero senso senza l'attuale impatto mediatico del Web.