Si è valutato e ottimizzato l'attuale infrastruttura critica?

Ottimizzazione, cloud e nuovo Data Center sono i percorsi possibili, suggeriti da Emerson Network Power. Ma devono rispondere a una strategia, basata su considerazioni oggettive.

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a cura di Gaetano Di Blasio

Diamo per scontato che operazioni di ottimizzazione, quale l'introduzione della virtualizzazione siano state già effettuate. Nonostante ciò, nella maggior parte dei casi, i data center offrono ampio margine di miglioramento, a detta degli esperti di Emerson Network Power.

Per comprendere meglio quali potenzialità di ottimizzazione ancora esistano all'interno del proprio data center è opportuno rispondere a una serie di domande:

  • Segui le best practice relative all'efficienza che possono aggiungere capacità?
  • Sei sicuro di ottenere tutto il possibile dalle tue risorse; quali sono le percentuali di utilizzo?
  • Hai server inattivi che sprecano capacità?
  • Qual è la percentuale dei server virtualizzati; puoi incrementarla?
  • La densità dei rack è elevata come dovrebbe?
  • Ti avvali/puoi avvalerti di nuove tecnologie, più efficienti?

Se si è in ritardo sull'adozione delle best practice, come per esempio nella gestione dell'alimentazione sui server e nel risparmio per il condizionamento, si sta gettando via la possibilità di incrementare notevolmente l'efficienza e avere così maggiore alimentazione e capacità di condizionamento.

Insistono su questo aspetto i responsabili di Emerson Network Power, evidenziando l'utilità di adottare tutte le 10 strategie (indipendenti dai produttori, quindi non legate a tecnologie specificatamente realizzate da Emerson) previste da Energy Logic 2.0.

Si tratta di un approccio, elaborato (questo si) da Emerson Network Power per tener conto delle correlazioni tra fonti di calore e potenza di raffreddamento e alimentazione necessaria. Seguirne le logiche porterebbe a recuperare fino al 74% in più di capacità di alimentazione e di condizionamento nonché a ottenere una capacità di elaborazione o produttività delle risorse da tre a cinque volte superiore.

La virtualizzazione è, come accennato, una best practice ormai consolidata, essendosene cominciato a parlare circa 10 anni fa. Ma anche se si è già adottata, è forse possibile fare di più. Per esempio, l'incremento della virtualizzazione dei server dal 30 al 60% può generare una riduzione del 29% del consumo energetico del data center. Il che permette di ottenere ulteriore alimentazione e spazio nei rack per la crescita.

La gestione dell'infrastruttura del data center (DCIM), rimarcano sempre in Emerson, può aiutare a incrementare le percentuali di virtualizzazione offrendo una visibilità sull'implementazione dei server virtuali e sulla capacità dell'infrastruttura a supporto di tali server.

La capacità dell'infrastruttura può essere utilizzata appieno senza rischiare un eccesso di provisioning. Piuttosto bisogna chiedersi se tutti i server sono utili a uno scopo.

Solo con la virtualizzazione fino al 50% in meno di energia consumata

Secondo gli esperti di Emerson Network Power, alcune aziende hanno risparmiato fino al 50% dell'energia del data center semplicemente virtualizzando e spegnendo le apparecchiature che non sono utilizzate. Un server non operativo spreca quasi il doppio dell'energia che assorbe se si considerano le risorse che lo supportano. Controllare questo spreco di energia consente di risparmiare denaro e capacità.

Inoltre, l'incremento della densità dei rack aumenta l'efficienza e libera capacità. Molte aziende hanno incrementato la densità a 6-8 kW per rack, ma poche si sono spinte a 12-14 kW per rack, evidenziano ancora in Emerson.

Più precisamente, sostengono che un maggior numero di server per rack equivale a una riduzione di spazio rack o un maggior numero di rack per ospitare nuovi server. Sul piano del condizionamento, effettuando un upgrade del sistema grazie a tecnologie più nuove ed efficienti (invece di una più complessa sostituzione), è possibile ottenere una capacità di condizionamento dal 50 al 100% superiore. In breve, una valutazione globale dell'attuale infrastruttura permetterà di scoprire capacità dispersa e/o sprecata e inefficienze che possono essere corrette con il retrofitting.