30 Marzo: il giorno della disponibilità dei dati

Veeam dichiara il 30 marzo "World Availability Day", perché parlare solo di backup non è più sufficiente. Parola chiave è "disponibilità" e come ottenerla

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a cura di Giuseppe Saccardi

Veeam Software, fornitore di soluzioni per la "Availability for the Always-On Enterprise" celebra  oggi  il "World Availability Day". Il 30 marzo è infatti la giornata dedicata alla sensibilizzazione per le aziende sulla disponibilità dei loro dati e delle loro applicazioni.

La domanda da porsi per le imprese non può più essere "Abbiamo effettuato il backup?" ma deve diventare "I nostri dati e le nostre applicazioni sono sempre disponibili?".

Al giorno d'oggi un mero backup dei dati, osserva Veeam,  non può essere considerato sufficiente. Ecco il motivo per cui durante il World Availability Day l'attenzione è stata posta sulla disponibilità dei data center delle imprese. Ci sono infatti molte domande da porsi in termini di availability. Ad esempio:

  • L'organizzazione IT riesce a garantire che i clienti, i partner, e i dipendenti possano avere accesso alle loro applicazioni 24 ore su 24 e 7 giorni su 7?
  • L'organizzazione IT utilizza un data center che è sempre disponibile?
  • Se un'applicazione ha un problema, l'IT è in grado di risolverlo in 15 minuti?

Per gli utenti, effettuare solo il backup dei dati è sufficiente. Se ci vogliono ore, o anche un paio di giorni, per riavere i propri dati non è un grande problema.

Quando si parla di aziende globali la cosa però assume un  sapore diverso. I dipendenti, clienti e partner si aspettano di avere accesso alle informazioni e alle applicazioni in qualsiasi momento e da qualsiasi luogo.

Sfortunatamente questo non accade. L'84% dei CIO ammette che non riesce a venire incontro a queste aspettative, secondo la recente ricerca commissionata da Veeam, e ciò costa 16 milioni di dollari ogni anno. Inoltre non riescono a soddisfare i propri service level agreements (SLA).

Il recovery time objectives (RTOs) per gli SLAs ha una media di 1.6 ore ma gli intervistati ammettono che il reale tempo di recupero è intorno alle 3 ore. Allo stesso modo, la media del recovery point objectives (RPOs) sarebbe di 2.9 ore, mentre realmente occupa 4.2 ore.

Puntare sulla disponibilità

Il problema, mette in guardia Veeam, è che nessun dipendente o cliente accetterà di essere senza accesso alle applicazioni mission-critical nemmeno per poco tempo.

È utile che esista una copia di backup, ma se qualcuno deve recuperare il nastro dai un magazzino situato a decine o centinaia di chilometri di distanza prima ancora che il ripristino inizi  non ci si può di certo aspettare  di ripartire rapidamente.

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Albert Zammar

Le aziende non hanno bisogno del backup, o meglio, solo del backup. Quello di cui necessitano, evidenzia Veeam, è la disponibilità, cosa  ben diversa. Ma fino a poco tempo fa, la disponibilità h24 non era possibile per tutti i dati e per tutte le applicazioni.

Oggi, però, la combinazione di novità come lo snapshot storage, la virtualizzazione e le altre tecnologie hanno reso fattibile ed economico effettuare il backup anche ogni 15 minuti e recuperare qualsiasi dato nello stesso intervallo di tempo.

E' qui che entra in gioco Il World Availability Day, una iniziativa che intende sensibilizzare le aziende sull'importanza della disponibilità di dati e applicazioni e che deve costituire un aspetto concreto della loro quotidianità operativa.

Ed è in questo scenario che Veeam, anche tramite la promozione del World Availability Day, si è proposto di sensibilizzare le aziende e ricoprire un ruolo  primario.

Un ruolo, osserva  Albert Zammar, suo responsabile per l'Italia, che l'ha portata ad avere oltre 183.000 clienti e un portfolio di soluzioni per la disponibilità di dati e applicazioni in grado di assicurare la ripartenza  entro soli 15 minuti.