5G in Italia: un mercato potenziale da 200 milioni di euro

Uno studio dell’Osservatorio 5G & Beyond del Politecnico di Milano mostra il potenziale e le limitazioni dello sviluppo della rete 5G nel nostro Paese.

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a cura di Dario Orlandi

Nel corso del convegno 5G: visione, strategia e contingenza, l’Osservatorio 5G & Beyond della School of Management del Politecnico di Milano ha annunciato i risultati di una ricerca che ha tratteggiato lo stato e le prospettive dell’infrastruttura di connettività mobile di ultima generazione.

Secondo i ricercatori l’ultimo anno ha visto un consolidamento generale del mercato, che ha confermato l’interesse verso la nuova rete specialmente in alcuni settori, come la manifattura e naturalmente la mobilità.

La copertura del territorio ha raggiunto ottimi valori, anche se è prevalente il Dynamic Spectrum Sharing (la condivisione delle stesse bande per 4G o 5G utilizzando una stessa antenna); secondo le analisi DESI e GSMA Intelligence, infatti, il 5G in Italia raggiunge tra il 96 e il 99,7% della popolazione.

Il nostro è quindi il Paese con maggiore copertura in Europa: a livello continentale, infatti, la copertura si attesta in media al 65,8%. A fronte di questo potenziale vantaggio tecnologico, però, lo sviluppo di nuovi progetti rimane ancora molto lento.

Un percorso divergente

La ricerca tratteggia due linee di evoluzione, che portano a scenari molto diversi tra loro. Nel caso peggiore, il mercato industriale potrà infatti valere 40 milioni di euro se la rete sarà utilizzata solo come piattaforma per test tecnologici e per la rielaborazione parziale di alcuni processi.

Ma l’auspicio è invece che questo sviluppo tecnologico venga sfruttato a fondo per strutturare l’offerta e rendere il 5G un vero standard per la connettività industriale e per il mondo business; in questo caso, il mercato potrà crescere molto di più e raggiungere addirittura un valore di 200 milioni di euro.

Questo genere di evoluzione potrebbe portare a una curva di crescita paragonabile a quelle viste nei primi anni dopo l’introduzione di alcune tecnologie che sono poi divenute capisaldi dell’industria e del business digitale, come il cloud o l’IoT.