La richiesta di nuovi servizi di rete e le crescenti velocità trasmissive finiscono spesso con il creare seri problemi alle reti di grandi operatori. Ma anche i medi o piccoli non ne sono immuni, anche per i problemi economici più che tecnologici quando ci si trova di fronte all'esigenza di aggiornare la propria rete e le modalità di accesso dei clienti aziendali o privati.
Il problema è ancor più sentito quando da un servizio best-effort tipico di Internet si passa a erogare servizi nel mondo enterprise, che necessitano di tempi certi, di SLA e di una qualità del servizio adeguata.
A come aggiornare la rete, perlomeno nel suo strato di accesso, senza investire un capitale ma dotandole di funzionalità che permettono di erogare in modo controllato più servizi di alto livello, ci ha pensato CIE con il suo MiNID, un dispositivo che fa parte del suo nutrito portfolio di prodotti RAD per le reti di accesso fisse e mobili, e società che rappresenta storicamente in Italia.
Il dispositivo è nello specifico un dispositivo di interfaccia di rete miniaturizzato e programmabile disponibile sia con un fattore di forma SFP (Small Form-factor Pluggable) che come dispositivo stand alone che implementa le funzioni di livello 2 e 3 e che tra le altre ha la funzione di virtualizzare le caratteristiche della connessione di rete permettendo di adeguarla alle specifiche esigenze.
In pratica, permette di realizzare reti di tipo software defined. Nella sua versione SFP è inseribile facilmente nelle porte SFP di switch, router o stazioni base.
Tra le funzioni che espleta, oltre a quella di virtualizzazione, vi sono quelle atte a fornire servizi a qualità garantita, di demarcazione, di isolamento dai guasti di rete.
Più in generale, evidenzia CIE Telematica, il MiNID permette di disporre di strumenti per l'attivazione di servizi, il monitoraggio centralizzato, la diagnosi e anche di disporre di rapporti sugli SLA in essere.