Apple, Google, Microsoft, Facebook, Amazon: miliardi a fiumi

I cinque giganti dell'hi-tech macinano miliardi di dollari l'anno. Scopriamo quali sono le principali fonti di guadagno di queste realtà planetarie.

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a cura di Saverio Alloggio

Apple, Google, Microsoft, Facebook e Amazon. Cinque giganti dell'hi-tech, tra le più importanti aziende al mondo in termini economici. Ognuna di esse ha pianificato, nel tempo, il proprio business in maniera differente. Oggi, grazie al report di Visual Capitalist, è possibile scattare una fotografia di queste strategie, al fine di comprenderne le sconfinate fonti di guadagno.

Apple

L'azienda di Cupertino ha un Market Cap di 804 miliardi di dollari. Questo parametro rappresenta la capitalizzazione azionaria, ovvero il valore di mercato delle azioni di una società, ottenuto moltiplicando il prezzo dell'azione per il numero di azioni in circolazione. Una cifra impressionante questa di Apple, che potrebbe essere la prima al mondo a raggiungere quota 1 trilione di dollari.

Apple
I risultati Apple 2016

La crescita costante della mela, cominciata essenzialmente con il ritorno di Steve Jobs e la presentazione della prima generazione di iPhone, ha spiazzato un po' tutti. Non tanto per l'azienda in sè, quanto per le cifre macinate in questi anni. Un elemento è rimasto però invariato nel suo modello di business, ovvero la centralità del proprio smartphone.

Apple, nel 2016, ha fatturato 216 miliardi di dollari. Di questi, il 63% è derivato dalle vendite di iPhone. Includendo anche iPad e Mac, si tocca quota 84%. Si tratta dell'ennesima dimostrazione di come l'azienda di Cupertino sia essenzialmente votata ai prodotti di consumo più che ai servizi, che rappresentano solo l'11% del fatturato.

iphone 7 plus
iPhone 7 Plus

Se da una parte questo modello di business è stato senza dubbio redditizio in questi anni, dall'altra è evidente come possa rappresentare un rischio in ottica futura. Dipendere in buona parte dall'andamento di un unico prodotto è senza dubbio rischioso, anche se Apple può contare su un importante asso nella manica.

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Parliamo ovviamente dei tanto chiacchierati 250 miliardi di liquidità. Una cifra incredibilmente alta, con la quale l'azienda di Cupertino potrebbe operare delle acquisizioni in grado di diversificare il proprio business: da Tesla a Time Warner, passando per Disney e Netflix, solo alcuni dei nomi che stanno circolando da tempo.

tim cook
Il CEO Tim Cook

Apple potrebbe dunque profondamente mutare la propria strategia nei prossimi anni. Ad oggi però, con 46 miliardi di dollari di utili nel 2016, l'iPhone riesce a far ampiamente sorridere Tim Cook e tutto il management della mela.

Alphabet

Alphabet Inc. è una holding fondata nel 2015, a cui fanno capo Google e altre aziende controllate. Anche in questo caso, un vero e proprio colosso, con una Market Cap di 651 miliardi di dollari nel 2016. Entrando nello specifico però, è evidente come il modello di business dalle parti di Mountain View sia profondamente differente rispetto a quello di Cupertino.

Google 2016
I risultati Google 2016

In questo caso infatti siamo di fronte ad una vera e propria azienda di servizi. Dei 90 miliardi di dollari di fatturato nel 2016, l'88% è derivato dall'advertising attraverso AdWords e YouTube. Una cifra estremamente esplicativa, che balza ancora più agli occhi analizzando la situazione in merito alla galassia Android.

Il robottino verde, considerando Play Store, Pixel e presenza su dispositivi di terze parti, contribuisce al fatturato per una percentuale pari all'11%. Una soglia che stupisce, considerando come si tratti del sistema operativo mobile più diffuso al mondo, in grado recentemente di superare persino Windows nell'utilizzo per la navigazione web.

Google Pixel
Google Pixel

Una situazione comunque non casuale, che nasce da lontano, ben prima che Android fosse immesso sul mercato. Del resto, Google è nato come motore di ricerca, con il business che si è in seguito strutturato attorno a questo concetto. L'azienda di Mountain View ha certamente messo le mani su un settore strategico anche in ottica futura, e che ha fruttato 19 miliardi di dollari di utili nel 2016.

Un mosaico che aiuta, tra l'altro, a comprendere alcune mosse di Google spesso giudicate inspiegabili. Basti pensare, ad esempio, alla politica commerciale legata ai Nexus, praticamente mai supportati in ottica marketing. Gli stessi Pixel, pur annunciati in pompa magna, faticano ancora a essere reperiti in alcuni mercati. Tutto questo semplicemente perché la vendita di hardware non rappresenta minimamente il core-business dell'azienda di Mountain View.

google
La celebre schermata del motore di ricerca

Microsoft

Il colosso di Redmond presenta una situazione molto simile a quella Google, con alcuni risvolti però molto interessanti in determinati settori. Nel 2016 ha raggiunto una capitalizzazione di 536 miliardi di dollari, toccando un fatturato di 85 miliardi di dollari. Di questo, il 28% è stato generato da tutto ciò che ruota attorno al pacchetto Office, e il 22% dalle soluzioni cloud (Azure).

Questi due segmenti compongono, da soli, il 50% del fatturato Microsoft, evidentemente anch'essa una società di servizi. Stupisce come la quota legata a Windows sia solo del 9%, considerando come la creatura di Bill Gates sia di fatto diventata un colosso proprio grazie al celebre sistema operativo desktop.

Microsoft 2016
I risultati Microsoft 2016

Di contro però, la quota sempre più in crescita delle soluzioni cloud è assolutamente coerente con la nomina, nel 2014, di Satya Nadella come CEO, il quale si era distinto proprio come Presidente della divisione Server. In particolare, all'epoca si era concentrato sull'evoluzione tecnologica e commerciale dell'infrastruttura cloud, trasferendo database, server e tool di sviluppo sul sistema Azure.

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Anche per Microsoft dunque il futuro è rappresentato dai servizi, con uno sguardo particolare al cloud. In questo quadro, va comunque sottolineata la quota dell'11% del mondo Xbox, la console immessa sul mercato nel 2001, e che è divenuta rapidamente l'antagonista della PlayStation di Sony. In generale, un modello di business che ha permesso all'azienda di Redmond di realizzare, nel 2016, 17 miliardi  di dollari di utili.

Microsoft Azure
Microsoft Azure

Amazon

In questo caso, le conclusioni potrebbero sembrare quasi scontate. Amazon è universalmente riconosciuto come il più grande e-commerce al mondo, ed è inevitabile che buona parte della sua situazione finanziaria derivi dalla vendita di prodotti. Con una Market Cap di 455 miliardi di dollari, nel 2016 il fatturato si è attestato a 136 miliardi di dollari.

Di questi, il 72% è stato generato dalla divisione Products. Non ci sono dubbi dunque sul fatto che il core-business di Amazon sia la vendita dei prodotti. Di contro però, è importante sottolineare la quota del 18% della divisione Media e del 9% di quella Web Services. I servizi si attestano dunque, complessivamente, sul 27%, in netta crescita rispetto agli scorsi anni.

Amazon 2016
I risultati Amazon 2016

Amazon si trova senza dubbio in una situazione particolare. Tutto ciò che ruota attorno alle vendite tramite l'e-commerce, rappresenta oggi il core-business del colosso di Seattle. Non a caso, a differenza delle altre aziende (inclusa, come vedremo, anche Facebook), gli utili, pari a 2 miliardi di dollari nel 2016, sono in proporzione più bassi in relazione al fatturato.

Una dinamica che spesso è riscontrabile negli e-commerce, pur considerando ovviamente le dimensioni specifiche del giro d'affari Amazon. L'azienda però ha dimostrato di voler investire anche nei servizi, con l'attività legata ai server e all'intrattenimento (Prime Video NdR). Anche in questo caso, la parola chiave per il futuro sarà "diversificazione".

amazon prime
Amazon Prime Video

Facebook

La creatura di Zuckerberg ha raggiunto una capitalizzazione, lo scorso anno, pari a 434 miliardi di dollari, con un fatturato di 28 miliardi di dollari. Di questo, il 97% è stato generato dai servizi di advertising attraverso Facebook. Dunque, una realtà completamente immersa nel settore dei servizi, almeno per il momento.

Facebook 2016
I risultati Facebook 2016

Il concetto di diversificazione sta infatti guidando anche il modus operandi di Zuckerberg. Il CEO ormai da tempo guarda con grande interesse al settore della realtà virtuale e aumentata, che potrebbe davvero rappresentare, in futuro, l'ambito di trasformazione di Facebook. Una realtà nata nel 2004, che in pochi anni è stata in grado di modificare profondamente le abitudini dell'umanità.

È comunque molto complesso poter prevedere l'andamento futuro di questi colossi. Su un aspetto però sembra non esserci dubbio: il settore hi-tech è destinato a dominare sempre più la scena da un punto di vista economico.