Arriva la generazione Z: occorre riorganizzare il posto di lavoro

L'azienda è pronta per la Generazione Z? Da una ricerca di Ricoh emerge che è una generazione molto digitalizzata ma che i problemi potrebbero non mancare

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a cura di Giuseppe Saccardi

Mentre la maggior parte delle aziende è ancora impegnata a inserire e integrare la Generazione Y (riferita anche come  la Millennial  e costituita da chi è nato negli anni  '80 e '90)  nel luogo di lavoro, una ricerca commissionata da Ricoh Europe e realizzata da Coleman Parkes mette l'accento sull'avvento della Generazione Z, in cui rientra chi ha un'età di sino ai 19 anni, anche se alcuni sono più elastici.

L'aspetto saliente è però che  si tratta di una generazione con il digitale nel dna.

The 4G Workplace 2

Generazione Z: la comunicazione è un requisito fondamentale

In sostanza, mette in guardia lo studio, la Generazione Z, che presto farà il suo ingresso in azienda, ha aspettative maggiori rispetto alle precedenti, ma può cadere più facilmente in uno stato di frustrazione.  A parte uno stipendio adeguato (cosa che però francamente non sembra la differenzi dalle precedenti), la Generazione Z ricerca in azienda:

  • equilibrio tra vita personale e lavoro (48%)
  • possibilità di lavorare con persone competenti (47%)
  • orari flessibili, possibilità di carriera e un posto di lavoro sicuro (tutti al 42%).

Le generazioni precedenti, oltre ad avere meno aspettative, hanno priorità diverse: il posto di lavoro sicuro è l'aspetto più importante per i Baby Boomer e l'equilibrio tra vita professionale e lavoro lo è per la Generazione X e i Millennial.

Sentirsi compartecipi

Per la generazione Z è importante sentire di "fare la differenza per il mondo": ben il 34% rispetto al 13% dei Baby Boomer, al 14% della Generazione X e al 15% dei Millennial. Inoltre, il 28% degli intervistati della Generazione Z, rispetto al 10% delle generazioni precedenti, è attratto da aziende che mettono a disposizione dei dipendenti tecnologie che permettono di lavorare in modo più efficiente.

 La qualità delle comunicazioni si evidenzia essere fondamentale, con il 43% degli intervistati che riterrebbe insostenibile una mancanza di comunicazione tra colleghi, rispetto al 19% delle generazioni precedenti. Pur  essendo sempre al telefonino  intenti a chattare si tratterebbe insomma di una generazione  portata a socializzare e comunicare, e che lo vuole poter fare anche sul fronte del lavoro.

La conferma ulteriore è che un terzo degli intervistati riterrebbe deludente la mancanza di una corretta condivisione delle informazioni e la stessa percentuale la scarsa innovazione.

Il pragmatismo non manca

Gli appartenenti a questi futuri lavoratori appaiono però essere pervasi da un sano pragmatismo. Oltre la metà degli intervistati (55%) pensa di dover migliorare nelle comunicazioni faccia a faccia, mentre solo il 41% dei Baby Boomer ritiene che la Generazione Z sia carente sotto questo aspetto.

Altre capacità che gli intervistati della Generazione Z sono convinti di dover sviluppare rapidamente sono la capacità di comunicare in modo professionale con i colleghi (48%), di risolvere conflitti e divergenze (47%) e di rispettare le scadenze (37%). Le generazioni precedenti giudicano più favorevolmente l'insieme di competenze della Generazione Z.