Sanità digitale: aumentano gli investimenti ma manca il supporto del PNRR

La sanità continua la sua corsa verso la digitalizzazione, ma la difficoltà nell'uso di risorse del PNRR sta rallentando la diffusione delle nuove tecnologie.

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a cura di Marina Londei

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L'ultima indagine dell'Osservatorio Sanità Digitale ha evidenziato un aumento della spesa nella sanità digitale, anche se manca ancora la corretta integrazione dei servizi digitali nei processi di cura e assistenza.

Nel 2022 la spesa è salita a 1.8 miliardi di euro, 7% in più rispetto al 2021, e le aziende sanitare hanno intenzione di continuare a investire in cybersecurity, cartelle cliniche elettroniche e nell'integrazione coi sistemi regionali e nazionali. Nonostante la digitalizzazione del Sistema Sanitario stia proseguendo, non c'è stata però la rivoluzione prevista dalla Missione 6 salute del PNRR.

"L’utilizzo delle risorse legate al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza si sta rivelando una sfida dall’esito tutt’altro che scontato" ha spiegato Mariano Corso, responsabile scientifico dell'Osservatorio Sanità Digitale. "La difficoltà di comprendere come realizzare concretamente questa opportunità è tra gli ostacoli più rilevanti allo sviluppo della sanità digitale secondo i principali decisori delle strutture sanitarie (49%), insieme alle limitate risorse economiche (58%)".

Fascicolo sanitario elettronico e cartella clinica elettronica

Nel 2023 la diffusione e l'uso del fascicolo sanitario elettronico ha subito una battuta d'arreso: nel 2023 solo il 35% dei cittadini ha fatto almeno un accesso al FSE, un aumento minimo rispetto al 33% del 2022. Più della metà degli intervistati ha affermato di averlo usato solo per questioni legate all'emergenza Covid, in particolare per consultare il green pass.

Al momento l'interesse verso l'FSE è stabile, ma il rischio è che lo strumento non guadagni ulteriore popolarità. Al momento gli italiani utilizzano il FSE principalmente per accedere ai referti e alle ricette elettroniche; per il futuro si prevede la possibilità di visualizzare l'andamento dei parametri clinici e consultare informazioni sulla propria patologia.

La priorità delle strutture sanitarie è invece la definizione delle cartelle cliniche elettroniche, anche se l'adozione sta andando un po' a rilento: oggi solo il 42% delle strutture ha una CCE attiva in tutti i riparti, e per il 23% è attiva solo parzialmente. La spinta del PNRR sembra non essere sufficiente per attuare questi progetti, anche se alcune regioni si stanno attivando.

Il rapporto medico-paziente si digitalizza

Professionisti sanitari e pazienti trovano nelle piattaforme e nelle app validi alleati per migliorare la comunicazione. E-mail e WhatsApp sono i mezzi più utilizzati per comunicare, anche se le piattaforme sanitarie stanno acquisendo sempre più popolarità. Più del 60% dei professionisti sanitari considera le piattaforme d'uso sanitario tra gli strumenti di maggiore interesse per il futuro, potendo gestire in un unico strumento le diverse funzionalità per il monitoraggio dei pazienti.

Cresce l'uso di strumenti di telemedicina che, dopo la flessione in seguito alla pandemia, stanno vivendo una nuova ripresa. Il 39% dei medici specialisti e il 41% dei medici di medicina generale ha usato i servizi di televisita, e in parte anche di telemonitoraggio. I pazienti si dicono particolarmente interessati alle tecnologie di AR/VR e agli assistenti vocali per ottenere supporto in ambito salute.

I risultati, però, non sono ancora soddisfacenti. È auspicabile che la spinta del PNRR aiuti a diffondere questi nuovi servizi, sempre assicurando la sicurezza e la privacy dei dati condivisi.

IA e sanità digitale

Nell'ambito della sanità digitale emergono anche questioni relative alla diffusione dell'intelligenza artificiale. I medici sono preoccupati dall'uso inappropriato delle nuove tecnologie da parte dei pazienti ma non di essere sostituiti, anche solo in parte, dall'IA. La preoccupazione principale riguarda le potenziali autodiagnosi effettuate dai pazienti con conseguenze potenzialmente etiche e legali.

Ad oggi solo 1 medico su 10 ha usato gli strumenti generativi per approfondire patologie e sintomi, e la maggior parte di essi ritiene opportuno che vengano usati solo come supporto alle decisioni del professionista, non del paziente.

Nel 2022 si sono diffuse diverse soluzioni di IA per l'analisi di immagini e segnali a fini diagnostici o di trattamento, e il 29% delle strutture sanitarie intervistate ha affermato di aver avviato sperimentazioni in questo campo. Queste applicazioni sono quelle maggiormente usate dai medici specialisti e considerate più promettenti per il futuro.