Aziende italiane ancora indietro sul BYOD

Dispositivi mobili utilizzati per le attività lavorative e responsabili IT poco preoccupati per la sicurezza dei dati aziendali commercialmente sensibili. Questo il quadro di un indagine diffusa da VMware sul BYOD in Europa

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a cura di Paola Saccardi

Cresce l'adozione di dispositivi mobile personali, smartphone e tablet, tra i dipendenti che li utilizzano anche per attività lavorative, ma le aziende, per la maggior parte, non sembrano ancora pronte a gestire questo fenomeno inarrestabile.

VMware ha diffuso i dati di una ricerca europea condotta da Vanson Bourne secondo cui più della metà dei dipendenti italiani non ritiene la propria azienda in grado di fornirgli gli strumenti mobile e le applicazioni adatte per poter lavorare bene in mobilità (63%). Nonostante ciò molti dipendenti utilizzano quotidianamente i propri dispositivi per essere più efficienti e produttivi (il 57% dei dipendenti italiani ha salvato, inoltrato, ricevuto o modificato un documento aziendale) con il risultato che, però, vengono trascurati alcuni rischi per la sicurezza aziendale, tra cui la diffusione delle informazioni commercialmente sensibili. 

Le aziende che non stanno investendo nel BYOD (Bring Your Own Device) e nell'implementazione di soluzioni a supporto della mobilità rischiano di perdere il controllo della situazione oltre che l'opportunità di sfruttare a proprio vantaggio l'utilizzo di  questi dispositivi.

Gli stessi dipartimenti IT sono consapevoli dell'incapacità dell'azienda di far fronte a questo fenomeno, infatti, per il 45% dei responsabili IT italiani il proprio dipartimento non è in grado di rispondere alle esigenze di mobilità dello staff in azienda. Questo non significa che il reparto IT non ritenga il BYOD uno strumento importante, anzi, riconosce che può migliorare la produttività e la soddisfazione del lavoratore.

Per questo l'81% dei responsabili IT in Italia ha implementato (o è intenzionato a farlo) soluzioni a sostegno del BYOD, contro una media europea del 72%. Un terzo (33%) degli intervistati dichiara anche che la motivazione è attrarre o trattenere i talenti in azienda. Inoltre, il 62% dei responsabili IT italiani intervistati afferma che nel 2013 saranno predisposti sistemi e policy che prevedono come prassi e non come eccezione che i dipendenti siano mobili e accedano ai dati da remoto.

Certamente questo è sintomo della maggior presa di coscienza da parte delle aziende che il BYOD è un fenomeno inevitabile a cui bisogna rispondere con gli strumenti adatti. C'è anche da evidenziare che i pericoli legati alla sicurezza non sono sempre percepiti da tutti i responsabili IT. Dalla ricerca emerge, infatti, che sebbene più della metà dei responsabili IT italiani (59%) pensa che le informazioni aziendali vengano salvate anche sui dispositivi personali, solo il 27% di questi sospetta che si tratti di informazioni commercialmente sensibili. La media europea, invece, si aggira intorno al 49%. Un fenomeno, forse, troppo sottovalutato dai manager italiani rispetto a quelli europei.